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Pirandello e Sciascia visti da mogli e figlie

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Antonino Cangemi

Non è facile, per una donna, vivere accanto a uno scrittore, sia esso suo padre o suo marito. Ne erano consapevoli Balzac che ammoniva: “Dio preservi le donne dallo sposare un uomo che scrive libri” e Sciascia che, citando il romanziere e drammaturgo francese, provocatoriamente si chiedeva: “E da un uomo che ha scritto i libri che Pirandello ha scritto?”.

Proprio Sciascia e Pirandello sono i protagonisti del saggio di cui ci si occupa: il primo in via mediata, il secondo direttamente. Il saggio infatti è scritto dalla figlia dello scrittore di Racalmuto, Anna Maria Sciascia, dopo avere superato le remore di occuparsi di letteratura originate dalla sua condizione familiare, e indaga sulle inquietudini vissute dalla figlia di Pirandello, Lietta, e sul dramma della moglie, Antonietta Portulano, entrambi legati all’ardua convivenza col premio Nobel agrigentino. Il saggio s’intitola “Il gioco dei Padri – Pirandello e Sciascia” ed è stato di recente riedito da Avagliano – una di quelle encomiabili realtà editoriali indipendenti che puntano sulla qualità – in concomitanza con l’anniversario del centenario dell’autore de “Il giorno della civetta”.Pirandello e Sciascia visti da mogli e figlie

E’ un saggio che si segnala per la sensibilità e l’acume psicologico con cui l’autrice si accosta alle figure che ne sono al centro: Lietta Pirandello e Antonietta Portulano.

Anna Maria Sciascia rivela accentuata sensibilità e perspicace acume psicologico, quasi al punto di immedesimarsi nelle infelici creature su cui punta i riflettori, sia perché la sensibilità e l’arguzia psicologica fanno parte del suo patrimonio, sia per altri motivi: l’essere donna (una donna sa leggere con gli occhi e il cuore di donna i patemi di una persona del suo stesso genere), l’avere vissuto con una padre scrittore con l’intima convinzione che la passione letteraria le fosse proibita perché legittima solo in uno scrittore di rilievo come il padre, irraggiungibile in qualsiasi eventuale progetto di scrittura.

Pirandello e Sciascia visti da mogli e figlie
Luigi Pirandello

Il rapporto tra Pirandello e la figlia Lietta fu segnato da un affetto smisurato, al limite del morboso: i due si confidavano e cercavano conforto reciproco nei non rari momenti di debolezza e di contrarietà. Pirandello amava la figlia come il padre più premuroso può amarla, Lietta adorava il padre come la figlia più affezionata può adorarlo. Poi, quando Lietta si sposa e va a vivere fuori dall’Italia, il legame si spezza e invano la figlia tenta di sanare il dissidio. Tutto ciò, con le relative peculiari implicazioni psicologiche, emerge dalla loro corrispondenza e da diversi passi delle principali biografie di Pirandello (da quella di Nardelli a quella di Giudice e, più recente, di Camilleri, per citarne solo alcune) che la Sciascia richiama arricchendole con le sue osservazioni puntuali e sagaci.Pirandello e Sciascia visti da mogli e figlie

Allo stesso modo, nell’esplorare il tormento interiore di Antonietta Portulano – che, indipendentemente dalle cause concomitanti della sua follia, visse in una condizione di disagio psicologico il matrimonio con Pirandello, che in una lettera a Ojetti confessa: “La pazzia di mia moglie sono io” – Anna Maria Sciascia, col supporto di una ricca documentazione bibliografica ed epistolare, penetra nella sua anima analizzando i suoi moti reconditi e rimarcando più di un dettaglio significativo ignorato dai tanti biografi.

Un libro interessantissimo pertanto “Il gioco dei padri – Pirandello e Sciascia”, che aggiunge un tassello mancante – la voce di una donna partecipe delle complicazioni che la convivenza con scrittori comporta – alla bibliografia su Pirandello, in particolare sulle sue relazioni con la figlia e la moglie e, per gli inevitabili rimandi, con l’universo femminile.Pirandello e Sciascia visti da mogli e figlie

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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