Politiche 2017: tutti gli scenari del dopo Referendum
I semi del Referendum fioriranno alle politiche. Resta da vedere quando. L’incognita riguarda la data. Vincano i Si o prevalga il fronte del No, dal 5 dicembre sull’orizzonte politico incomberà l’ipotesi delle elezioni anticipate nel 2017. Oltre al ruolo determinante del Quirinale, i due scenari comprendono almeno quattro varianti: riguardanti Pd, Movimento 5 Stelle, Centro Destra e Sinistra.
Se prevalgono i Si, e viene approvata la Riforma Costituzionale, Matteo Renzi porterà immediatamente il successo all’incasso. Procederà ad un rimpasto di Governo e dopo aver liquidato l’opposizione interna sarà tentato non solo di saldare definitivamente il conto con D’Alema & compagni, ma soprattutto, Colle permettendo, di non dare il tempo a Grillo di recuperare i contraccolpi della sconfitta.
Se prevalgono i No, e la Riforma Costituzionale viene bocciata, lo scenario é molto più complesso e per l’evoluzione del quadro politico ci si dovrà comunque attenere alle valutazioni e alle decisioni del Capo dello Stato. Cinque le ipotesi preventivabili:
1- Il Governo Renzi viene rinviato alle Camere o si dimette.
2- Reincarico al Premier uscente e formazione di un governo Pd, Fi, Alfano per completare la legislatura e varare l’Italicum riveduto e corretto dalla Corte Costituzionale.
3- Si delinea l’esigenza di un Governo di unità nazionale (presieduto da Finocchiaro, Fioroni, Padoan, Visco, Calenda, Franceschini, Grasso) per l’approvazione della riforma elettorale e il mantenimento del baricentro economico ed europeo.
4- Elezioni anticipate a Giugno o ad Ottobre 2017. La seconda ipotesi consentirebbe l’accorpamento con le elezioni regionali siciliane
5- Rimpasto di Governo e naturale scadenza della legislatura nella primavera del 2018.
Decisive per le forze politiche le varianti agli scenari del dopo Referendum. Leadership e assetti interni presentano infatti molteplici prospettive:
Situazione destinata a surriscaldarsi. Inevitabile lo show down del regolamento di conti interno fra renziani e opposizione. Vincente o perdente al Referendum il Premier, a meno di una ipotetica defezione post referendaria dei franceschiniani e della ex sinistra dc, manterrebbe la maggioranza e anche senza Palazzo Chigi potrebbe saldamente reggere la Segreteria almeno fino al Congresso. Segreteria decisiva, in caso di elezioni anticipate, per la formazione delle liste.
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Forza Italia
Sempre alle prese con l’evoluzione della sindrome di Crono, evidenziata dalla serie infinita dei Delfini latenti, proclamati e puntualmente disconosciuti (Dell’Utri, Micciché, Fini, Alfano, Verdini, Fitto, Toti, Romani, Parisi) Silvio Berlusconi punta tutte le residue chance di tornare al governo sulla riesumazione dell’alleanza con Renzi. Le ripetute scissioni, i veti incrociati di Alfano, Salvini, Meloni e Verdini, e le richieste ministeriali impossibili di Schifani, Angelucci, Romano, Di Girolamo, Bernini, Giammanco, Santelli, ecc., rischiano tuttavia di far naufragare il solito ricorso al “ghe pensi mi” per mancanza dei numeri necessari.
Le continue difficoltà della sopravvivenza alle paludi siciliane e romane imporrà a Beppe Grillo di puntare per il ruolo di Premier sull’unica personalità di crescente successo nazionale e di rodata esperienza politica: Chiara Appendino. In caso di non accettazione da parte del Sindaco di Torino, a meno di una discesa in campo di Grillo, i 5 Stelle dovranno scegliere, al culmine di tormentate e aspre primarie, fra Luigi Di Majo e Alessandro Di Battista.
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Sinistra
La galassia che va dai fuoriusciti dal Pd a Sinistra Ecologia e Libertà dovrà decidere se presentarsi da sola o allearsi con i reduci di Scelta Civica e gli esponenti dei movimenti antimafie lievitati negli ultimi anni a Napoli, Palermo e in Calabria.
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Lega e Fratelli d’Italia
Costretti ad allearsi Matteo Salvini e Giorgia Meloni punteranno sull’onda lunga dell’elezione di Trump e dello slancio populista in Austria, Germania e Francia.
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Eclissi Marchini
Considerato out dai cronisti di giudiziaria e dagli ambienti romani, perché alle prese con un’inchiesta giudiziaria che sembra appena agli inizi, Alfio Marchini – che smentisce con forza e si dice sicuro di poter chiarire tutto – potrebbe avere oggettivamente poco tempo per la politica. Secondo i giudizi più impietosi il movimento politico dell’ex candidato sindaco di Roma avrebbe al momento più indagati che voti…