Africa sempre più a rischio per l’Italia. Dopo la pervasiva onnipresenza della Cina, che in pochi anni si è radicata nel continente, attuando una politica neocoloniale di struttamento sistematico delle risorse, è ora il turno della Russia.
Sulle orme di quanto già fatto da Pechino, Vladimir Putin accelera la spinta per conquistare la sua fetta di influenza e di affari in Africa e, a pochi giorni dal primo grande summit con i leader del Continente, si propone come partner senza precondizioni, in contrapposizione con l’Occidente.
Sarà proprio il leader del Cremlino ad aprire il primo Summit e Forum economico Russia-Africa, che il 23 e il 24 ottobre porterà a Sochi, sul Mar Nero, 47 leader africani. Praticamente l’intero continente, che conta in tutto 54 paesi.
Il tono dell’ offensiva russa in Africa lo ha dato Putin, accusando l’Occidente di sfruttare le risorse africane. Il Presidente russo ha promesso che il suo Paese non parteciperà a una nuova spartizione delle risorse africane, ma che é pronto a impegnarsi nella cooperazione, con investimenti nei prossimi cinque anni per miliardi di dollari. Dopo la riconquistata influenza in Medio Oriente, Mosca mira a consolidare il suo ruolo globale.
Il summit si apre il giorno dopo i colloqui il presidente turco, Erdogan, sulla crisi siriana, della quale Putin é diventato mediatore tra Turchia, Siria e curdi. Mosca era un attore cruciale nel continente africano in epoca sovietica, quando ha appoggiato movimenti indipendentisti e addestrato una generazione di leader politici.
I rapporti, però, hanno subito un declino col collasso dell’Unione sovietica, nel 1991, e negli ultimi anni é stata la Cina a emergere come potenza straniera più presente nel Continente, costringendo la Russia a pianificare la rimonta.
Mosca, in qualche modo, si muove sulla falsa riga di Pechino. Per espandere la sua influenza, la Repubblica popolare, nel 2000, ha lanciato il “Forum sulla cooperazione Cina-Africa” e investito decine di miliardi di dollari nel Continente.
Per bilanciare il rilancio in grande stile dell’influenza russa in Africa, e fronteggiare l’invadenza cinese, l’Italia si auspica un analogo potenziamento dell’iniziativa americana, inglese ed europea quanto meno in Libia e nel Maghreb.