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Rapporto sulla mafia del 2020

Mafia 2020: l’analisi del  Questore di Palermo Renato Cortese

Rapporto sulla mafia del 2020

Rapporto sulla mafia del 2020. Riscontri e analisi prospettano una saldatura operativa fra cosa nostra, ndrangheta e narcos.

L’individuazione a Palermo di elementi di spicco dei narcos e l’arresto a Punta de Leste , in Uruguay, del superlatitante boss della ndrangheta Rocco Morabito, il cervello del colossale traffico di cocaina fra sud America ed Europa, rappresentano prove  concrete e allarmanti.

Rapporto sulla mafia del 2020 Rocco Morabito
Rocco Morabito

Altre prove gli investigatori le ricaveranno dalla tracciabilità delle 12 carte di credito e dei 13 cellulari sequestrati a Morabito.

Gli  scenari della mutazione genetica della mafia sono quelli della globalizzazione criminale: droga, armi, petrolio, fonti energetiche, riciclaggio, fondi sovrani, banche, deep web, gioco d’azzardo, turismo, sanità privata.

In Sicilia in particolare  cosa nostra è passata in pochi decenni dalla lupara al web. Con un’evoluzione storico sociale netta: dalla mafia agraria, fra l’unità d’Italia e la strage di Portella delle Ginestre nel 1947, al riposizionamento politico e alle speculazioni edilizie  fra il 1960 e 1970, al traffico di eroina e al riciclaggio di narcodollari a cavallo del 1980, al sistema criminale e alle stragi successive al 1992, fino all’attuale evoluzione della mafia 4.0.

Una cyber cosa nostra con padrini e sicari che gestiscono traffici di stupefacenti, armamenti, farmaci, trapianti di organi, diamanti, materie prime e un’altra infinita serie di business attraverso il deep web.

Un‘invisibile cyber mafia che ricicla un fiume non tracciabile di proventi attraverso monete elettroniche utilizzatate in tutto il mondo da criminali, terroristi e paradisi fiscali.Rapporto sulla mafia del 2020

Un’analisi  confermata in un recente convegno dal Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato: “Le vecchie mafie cedono il passo a nuove mafie mercatistiche che intercettano capitali mondiali offrendo al libero mercato una serie di servizi. La mafia – ha specificato Scarpinato – è diventata una componente integrata nella composizione del Pil e se non ci evolviamo culturalmente rischiamo di essere dei dinosauri che non si rendono conto di cosa sta accadendo”.

Rapporto sulla mafia del 2020 Roberto Scarpinato
Il Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato

Sui sistemi criminali in progress della mafia del 2020 la Polizia di Stato ha avviato indagini e verifiche a tappeto. “Cosa Nostra è un’organizzazione criminale temibile e molto radicata sul territorio, costantemente in cerca di ambiti da sfruttare e per questo monitoriamo ogni singolo movimento” conferma il Questore di Palermo Renato Cortese.

Rapporto sulla mafia del 2020 Renato Cortese
Il Questore di Palermo Renato Cortese
  • A che livello è giunta l’evoluzione tecnologica criminale delle cosche? C’é una mafia digitale?

Le cosche sono lo specchio del tempo che vivono cui sono in grado di adattarsi in un rapporto di osmosi continua.

Sicuramente l’evoluzione tecnologica è un ulteriore strumento nelle mani di Cosa Nostra in una duplice accezione. È possibile infatti parlare di una mafia digitale che gestisce e governa i suoi business con un semplice click attraverso internet e le nuove tecnologie, ma anche di una mafia social che ha puntato su rete e networks non soltanto come strumenti di comunicazione e divulgazione del messaggio mafioso, ma anche quali mezzi di prevaricazione ed intimidazione attraverso l’imposizione della metodologia criminale.

  • Rapporti di forza fra cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra?

Negli anni scorsi Cosa Nostra, all’apice della sua forza criminale e militare ,sicuramente ha giocato un ruolo di primo piano nel panorama delle diverse consorterie criminali,   mantenendo una leadership incontrastata.

A rivestire oggi una posizione di spicco è la ndrangheta calabrese che nel tempo ha acquistato uno spessore criminale sempre più significativo anche all’estero in ragione di una pressoché totale egemonia conquistata nel traffico internazionale di stupefacenti.

Assistiamo periodicamente a delle alleanze a geometrie variabili che rappresentano non tanto la proiezione degli assetti criminali dell’intera associazione, quanto piuttosto accordi di singoli gruppi e taciti patti di mutuo soccorso su convergenze economiche e di riciclaggio o reimpiego di danaro e altri beni proventi di attività illecite.

  • Evolvono anche  i tradizionali legami  internazionali di cosa nostra?

Le famiglie mafiose siciliane attraverso l’emigrazione hanno riprodotto lo schema delle cosche in vari paesi, moltiplicando influenza e business criminale negli Stati Uniti, Canada e Australia.

Oggi alla luce di una scemata pervasività criminale della consorteria mafiosa anche quei legami si sono affievoliti, delineando una certa autonomia e indipendenza delle famiglie siciliane residenti all’estero, che allo stesso tempo,però , risentono della concorrenza della ndrangheta calabrese, rispecchiando di fatto anche negli Stati Uniti uno scenario come quello italiano, ove si registra un’asimmetria di potere tra le due diverse associazioni criminali.

  • Incidenza dell’omertà e della copertura nei confronti degli esponenti mafiosi nelle borgate e nelle periferie?

L’educazione alla legalità e la diffusione di una cultura del territorio nel territorio è lo strumento principale per vincere la paura il senso di sconfitta e la sopraffazione che ancor oggi generano in alcuni luoghi una vasta omertà e copertura nei confronti degli esponenti delle cosche mafiose.

Ma riappropriarsi della nostra terra, delle borgate delle periferie, sconfiggere le complicità non significa militarizzare le strade e le piazze, ma cercare di vincere una sfida che è soprattutto culturale, puntando sulla forza e sul coraggio delle idee, rivolgendosi ai giovani dando loro un’alternativa un ponte di speranza, non soltanto culturale, ma anche sociale per dissolvere la fitta coltre di quell’acquiescenza che nasce dalla paura, dalla mancanza di scelta, dall’ignoranza.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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