5Stelle Fi e Pd scissioni in progress
Ischia, non solo il governo rischia. Dai 5Stelle al Pd a Forza Italia, con la raffica di condoni previsti e in parte pervicacemente approvati, la maggioranza perde la faccia e innesca una serie di reazioni a catena, anche in casa dell’opposizione.
Acuito dal colpo di spugna per gli abusivi di Ischia, il marasma dei 5 Stelle è destinato a lievitare, fino provocare piccole o grandi scissioni interne. Emblematici i casi dei Senatori Gregorio De Falco, Elena Fattori e Paola Nugnes, che invocano coerenza e rispetto dei solenni impegni elettorali di legalità.
Il crescente sconcerto della base elettorale e parlamentare dei grillini per i tanti voltafaccia dei vertici del movimento al Governo: Ilva, Tap, Tav, prescrizione, decreto sicurezza, immigrati, reddito di cittadinanza, pensioni e nomine varie, mette sempre più in discussione il ruolo di Luigi Di Maio leader unico e contemporaneamente Vice Premier e pluri ministro del lavoro e dello sviluppo economico. Ruolo di Governo di Di Maio che, secondo i critici, sarebbe troppo accondiscendente nei confronti della Lega e per alcuni succube di Matteo Salvini.
L’equilibrio interno sempre più instabile dei gruppi parlamentari grillini, sottoposti alla contestazione e alle rivendicazioni degli elettori, rischia di provocare dopo l’approvazione della legge di bilancio un rimescolamento della maggioranza giallo verde. Rimescolamento che a catena, nel 2019, investirà anche l’opposizione.
Di Maio come Alfano? Nonostante le condizioni e i numeri molto diversi, secondo alcuni segnali potrebbe prospettarsi una sorta di bis dell’operazione che nell’ottobre del 2013 determinò la fuoriuscita da Forza Italia dei Ministri berlusconiani in carica nel Governo presieduto da Enrico Letta, i quali assieme ad un gruppo di parlamentari a loro vicini garantirono la tenuta della maggioranza e la governabilità.
Se dovesse determinarsi una scissione fra i grillini duri e puri e i governativi di Di Maio, l’inevitabile rimpasto di Governo comprenderebbe l’ingresso in maggioranza e nell’esecutivo di Fratelli d’Italia. Mentre la Lega coopterebbe i numerosi deputati e senatori che a quel punto lascerebbero Forza Italia in balia dell’attesa del diluvio dopo il Cavaliere.
La reazione a catena non escluderebbe il Pd, il quale oltre che dal Governo è riuscito a farsi estromettere anche dall’opposizione.
La prospettiva della sicura sconfitta congressuale e dell’emarginazione interna, potrebbe determinare infatti la scissione dei renziani e la formazione di un ulteriore partito di centrosinistra, al quale i seguaci dell’ala maggioritaria che fa capo a Nicola Zingaretti, e che riaccoglierebbe Bersani e dintorni, hanno goliardicamente già appioppato il nome di “Bella addio”.
Per la politica italiana si prospetta insomma un Natale pieno di debiti, ma ricco di fuochi artificiali provocati da espulsioni, scissioni e contrapposizioni.