The Il padrino non lascerà la cella: Riina resta in carcereNessun differimento di pena per il padrino. Salvatore Riina resta in carcere. Prime pagine e proteste necessarie e doverose, ma sostanzialmente inutili se non si delinea una analisi complessiva. La Cassazione ha valutato esclusivamente la legittimità del ricorso del legale del padrino avverso l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna che aveva respinto la richiesta di scarcerazione dell’86enne e molto malato Riina.Secondo la Cassazione il diniego del Tribunale di Sorveglianza di Bologna non è sufficientemente motivato. Non spiega cioè i motivi per cui l’eventuale scarcerazione del capo dei capi della mafia e la sua detenzione domiciliare avrebbero un impatto sub culturale altamente negativo e avvierebbero una esponenziale recrudescenza della criminalità mafiosa.
Recrudescenza già caratterizzata a Palermo e in Sicilia da numerosi omicidi di mafia compiuti dopo le recenti scarcerazioni per decorrenza dei termini di detenzione preventiva di vari boss e gregari delle cosche.
Come da ordinamento giudiziario la Cassazione non è entrata nel merito del ricorso della difesa di Riina, ma si è limitata a ricordare che, se non vi sono fondati e provati motivi di esigenze detentive, tuttii cittadini hanno il diritto di morire con dignità.
Bisogna pure sottolineare e mettere in evidenza che nei confronti di Salvatore Riina, che sta scontando una trentina di ergastoli per oltre 100 omicidi e una impressionante serie di stragi, la Cassazione ha aggiunto testualmente: ”Ferma restando l’altissima pericolosità del detenuto e il suo indiscusso spessore criminale”.
Nella prossima udienza, fissata per il 7 luglio, il Tribunale del Riesame di Bologna per respingere ulteriormente la richiesta di scarcerazione e di differimento della pena per gravi motivi sanitari di Riina, dovrà motivare quindi più approfonditamente l’impressionante contesto mafioso e l’attualità degli interessi criminali che fanno riferimento al padrino. Contesto criminale e interessi criminali in progress che derivano se non altro dall’impressionante elenco di omicidi e massacri (Capaci, via D’Amelio, Georgofili, via Palestro, gli assassini di Piersanti Mattarella, Dalla Chiesa, La Torre, Chinnici, Cassarà e Montana, Ciaccio Montalto, Scopelliti, Giaccone e tanti altri) per i quali sono in corso ancora indagini e verifiche.
Un contesto per il quale, assieme alla inevitabile recrudescenza delle cosche, già la semplice notizia dell’eventuale scarcerazione di Riina rappresenta una concreta minaccia e una evidente delegittimazione.
Per non parlare del rischio di un caso Licio Gelli bis: la scarcerazione per gravi motivi di salute del capo della P2, diagnosticato in fin di vita e che invece morì molti anni dopo….