Exit pool da infarto per i grillini: Salvini e Lega appaiono in fuga oltre il 30% dei voti, mentre i 5Stelle e Di Maio subirebbero un drammatico dimezzamento di consensi, rispetto al 33% delle politiche del 2018 e soprattutto un umiliante sorpasso in corsa da parte del PD, resuscitato da Zingaretti. Per Di Maio e i grillini non è esagerato parlare di una Caporetto, una disfatta.
Exploit di Fratelli d’Italia e sostanziale tenuta di Forza Italia. Complessivamente il centrodestra sfiora il 45%. La Lega con Alberto Cirio, conquista anche la Regione Piemonte a scapito dell’uscente Sergio Chiamparino, del Pd.
Il candidato della Lega e del Centrodestra sarebbe attestato, secondo gli exit pool, fra il 45 e il 50 per cento dei voti, mentre la forbice di Chiamparino oscilla fra il 35 e il 40% del voti.
Se questi dati saranno confermati, è facile prevedere una immediata crisi di Governo. I risultati delle europee starebbero già facendo insorgere la base di 5 Stelle che reclama la fine dell’alleanza suicida con la Lega. In concreto il successo della Lega e la débâcle del Movimento costringerà Luigi Di Maio ad uscire dall’esecutivo e ad accusare i leghisti di impedire il cambiamento dell’Italia promesso dal contratto di Governo e di cannibalizzare il Movimento. Ma sulla base di questi exit pool annce il destino politico di Di Maio appare destinato all’uscita di scena.Ed il dopo europee lascia intravedere una serie di ribaltoni da Palazzo Chigi a viale Mazzini.
Ai colpi di scena italiani si aggiungono le numerose sorprese dei risultati europei .
Questo il quadro delle prime proiezioni dei risultati elettorali nei vari paesi dell’Unione:
Germania
La Germania è il paese che elegge più eurodeputati di tutti: 96. La CDU, il partito di Angela Merkel, è data più o meno in linea con gli ultimi sondaggi, così come i socialdemocratici, che però sono crollati rispetto al risultato del 2014 (hanno meno di dieci punti rispetto a cinque anni fa). I Verdi sembrano andati molto bene, superando leggermente le aspettative e arrivando quasi sicuramente davanti ai socialdemocratici. L’AfD, il partito della destra radicale tedesca alleato della Lega, è un paio di punti percentuali più basso delle aspettative. Anche gli exit poll sul partito di sinistra di Linke e sui liberali del FdP sono più o meno in linea oi sondaggi.
CDU (conservatori) 27,5%
Verdi 20,5%
SPD (socialdemocratici) 15,5%
AfD (destra radicale) 10,5%
FdP (liberali) 5,5%
Linke (sinistra) 5,5%
Francia
Clamoroso sorpasso del Rassemblement National di Marine Le Pen su En Marcheil partito del Presidente Emmanuel Macron. Al terzo posto ci sono un pò a sorpresa i Verdi, che i sondaggi davano intorno al 7 per cento. Sono andati malissimo i Repubblicani, che prendono cinque punti in meno di quanto gli assegnavano i sondaggi. Mentre i socialisti sono precipitati al 6,7%
Rassemblement National (estrema destra) 23.2%
La République En Marche (liberali) –21.9%
Verdi 12.8%
Les Républicains 8.3%
France Insoumise (sinistra radicale) –6.7%
SP (socialisti) 6.7%
Spagna
Proiezioni negative per il partito di destra radicale Vox, che sarebbe calato di quasi quattro punti rispetto alle elezioni politiche di un mese fa, e nelle quali comunque non aveva rispettato le aspettative dei suoi sostenitori. I Socialisti del primo ministro Pedro Sánchez (PSOE) si confermerebbero primo partito, arrivando vicini al 30 per cento. A destra Partito Popolare (PP) e Ciudadanos sarebbero distanziati uno dall’altro solo di un punto percentuale, con il PP leggermente avanti. Ahora Repúblicas, lista di diversi partiti nazionalisti e di sinistra, il cui leader è l’indipendentista catalano Oriol Junqueras, è data al 6 per cento.
PSOE (socialisti) 28,4%
PP (conservatori) 17,3%
Ciudadanos (destra liberale) 16%
Unidas Podemos (sinistra) 12,4%
Vox (destra radicale) 6,5%
Ahora Repúblicas (nazionalisti di sinistra) 6%
Coalición por una Europa Solidaria (nazionalisti di centro e destra) 3,1%
JxCat (indipendentisti catalani di centrodestra) 2,8%
Grecia
Sondaggi in gran parte confermati: Nuova Democrazia, partito di centrodestra, sembra essere cresciuta molto rispetto al 2014, quando aveva preso meno del 23 per cento. Syriza, il partito di sinistra del primo ministro Alexis Tsipras, sarebbe invece andato male, ma leggermente meglio di quanto gli attribuivano i sondaggi: il 27 per cento sarebbe un risultato in linea con le europee del 2014, ma molto più basso del 35,5 per cento delle politiche del 2015. I socialdemocratici e Alba Dorata, partito di estrema destra, sono più o meno allineati ai sondaggi.
ND (conservatori) 36%
Syriza (sinistra) 27%
Kinal (socialdemocratici) 8%
Alba Dorata (estrema destra) 6%
KKE (comunisti) 6%
Ungheria
Il partito del primo ministro conservatore e populista Viktor Orbán, , ha ottenuto più del cinquanta per cento dei voti, staccando di oltre quaranta punti il primo partito di opposizione, Coalizione Democratica (DK), di centrosinistra. Gli exit poll dicono che ci sono tre partiti in circa due punti percentuali: oltre a Coalizione Democratica, la lista elettorale tra Partito Socialista ungherese e Verdi (MSZP+Parbeszed), e Jobbik, partito di estrema destra che alle ultime elezioni parlamentari fu il secondo partito a livello nazionale.
Fidesz (conservatori e populisti) 55%
DK (centrosinistra) 11%
MSZP+Parbeszed (socialdemocratici e verdi) 10%
Jobbik (estrema destra) 9%
Momentum (centro) 7%
Austria
Il partito centrista ÖVP sembra essere andato molto bene, diversi punti sopra i sondaggi. I socialdemocratici del SPÖ hanno invece una percentuale più bassa delle rilevazioni precedenti al voto, che li davano intorno al 27 per cento; lo stesso discorso vale per la destra radicale del FPÖ, che i sondaggi davano intorno al 23 per cento (il partito è stato colpito da un grosso scandalo che riguarda corruzione e spie russe).
ÖVP (conservatori) 34,5 %
SPÖ (socialdemocratici) 23,5%
FPÖ (destra radicale) 17,5%
Verdi 13,5%
NEOS (liberali) 8%
Olanda
Proiezioni sorprendentemente buone per i Laburisti, molto meno per il partito euroscettico Forum per la Democrazia (FvD) e quello centrista del primo ministro Mark Rutte (VVD), che invece secondo i sondaggi dovevano giocarsi il primo posto. PVV, il partito di destra radicale di Geert Wilders alleato della Lega, rischia di non avere nessun seggio.
Laburisti 18%
VVD (liberali) 15%
CDA (conservatori) 13%
FvD (nazionalisti euroscettici) 11%
Verdi 10%
CU (centristi) 8%
D66 (liberali) – 6%
Irlanda
In Irlanda gli exit poll danno in grande calo rispetto ai sondaggi Fianna Fáil, partito di centrodestra liberale, e in grande crescita i Verdi.
Conservatori 29%
Liberali 15%
Verdi 15%
Indipendenti 15%
Sinistra 13%
Danimarca
Secondo i primi exit poll, i socialdemocratici sono il primo partito, anche se sono andati peggio rispetto ai sondaggi: dovrebbero ottenere circa il 23 per cento contro il 26 ipotizzato. Sono andati bene i centristi di Venstre , mentre la destra radicale del Partito del Popolo Danese O è andata molto male tanto che potrebbe aver più che dimezzato i suoi voti rispetto al 2014, passando dal 26 all’11 per cento.
Socialdemocratici 23.6%
Centristi 20.6%
Socialisti e Verdi13%
Destra radicale 11.8%
Liberali 9.7%
Sinistra radicale 6.7%
Conservatori 5.6%
Eeuroscettici 3.1%
Liberali di centrodestra 2.3%