Selfie killer
L’ultimo sguardo prima dell’addio alla vita. Morire per un selfie sta diventando una delle tante cause di morte accidentale. Secondo dati ritenuti molto sottostimati, sono almeno 259 persone sono decedute negli ultimi sei anni in tutto il mondo per essersi scattate foto in luoghi o situazione pericolose. Lo denuncia uno studio realizzato in India, paese dove il fenomeno è purtroppo molto diffuso, tanto che nel 2016 dopo una serie di incidenti mortali la città di Mumbai ha creato 16 “no selfie zone“.
La ricerca dell’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi elenca 259 selfie mortali fra l’ottobre 2011 e il novembre 2017, la maggior parte dei quali accaduti in India, ma anche in Russia, Stati Uniti e Pakistan. Le cause di morte più comune sono l’annegamento, gli incidenti nell’ambito dei trasporti, come farsi fotografare sui binari mentre arriva il treno, le cadute da posti molti alti. Ma ci sono anche vittime di attacchi di animali selvaggi, incidenti con armi da fuoco e persone fulminate da scariche elettriche. Più dell’85% delle vittime ha un’età compresa fra i 10 e i 30 anni.
Tutte morti che si potrebbero prevenire ed evitare. Manca tuttavia un censimento mondiale di quello che si può definire un nuovo metodo inconscio di autolesionismo. Gli stessi autori della ricerca sottilineano infatti come i dati effettivi delle morti da selfie siano molto più alti di quelli elencati nel suo studio.
La Russia ha già lanciato una campagna educativa tre anni fa all’insegna dello slogan “Anche un milione di like sui social non vale la vostra vita”, con immagini delle “cattive idee per un selfie”.