Il cuore matto diventa bionico
Nuova dimensione bionica in vista per il cuore, impulso della vita e motore del mondo. Alla media di un battito al secondo per ciascuno dei 7,644,312,200 abitanti, il pianeta Terra si muove al ritmo costante e perpetuo di circa 460 miliardi di battiti di cuore al minuto.
La statistica dei 3500 trapianti di cuore che ogni anni vengono effettuati nel mondo si riferisce tuttavia soltanto ai paesi più industrializzati, nei quali la cardiologia è talmente evoluta che dall’organo umano si sta passando all’impianto di cuori artificiali.
Il maggior numero di interventi avviene negli Stati Uniti, dove si realizzano annualmente tra le 2000 e le 2300 operazioni. In particolare presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, ritenuta la migliore struttura cardiologica mondiale.
Nei centri cardiologici italiani, dove nel 2016 e nel 2017 sono stati rispettivamente effettuati 39 e 40 trapiantati, è stato già messo a punto il cuore bionico interamente made in italy .

Intervistato dal Corriere della Sera, il padre e sperimentatore del cuore bionico, il professor Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, ha affermato che quello che viene definito come una via di mezzo tra un muscolo e una macchina potrebbe essere normalmente trapiantato entro due anni, purchè vengano reperiti gli almeno 50 milioni di euro necessari per la ricerca e la sperimentazione.

Attualmente il cuore artificiale utilizzato è il cardiowest, il primo storico cuore artificiale completo provvisorio, che prevede un’alimentazione esterna e l’uso di anticoagulanti e antiaggreganti. Il cardiowest è oggi utilizzato solo come transito durante i trapianti di cuore nel caso in cui il paziente abbia un collasso ventricolare bilaterale. Ci sono stati più di 800 trapianti del cuore artificiale CardioWest, e una media di 170 pazienti salvati all’anno.
Allievo a Londra del professor Donald Ross, compagno di studi e antagonista dello storico cardiochirurgo Christiaan Barnard passato alla storia come il pioniere dei trapianti di cuore, il Prof. Gerosa ha messo a punto invece un cuore bionico che alla parte elettronica unisce quella biologica, costituita da un rivestimento di pericardio bovino decellularizzato. Ossia la membrana che contiene il cuore bovino e che viene utilizzata per costruire valvole cardiache biologiche.
La differenza essenziale col cardiowest, dimesioni e alimentazione a parte, è che il cuore bionico non è una soluzione temporanea per guadagnare tempo in vista di un nuovo cuore umano da trapiantare, bensì un dispositivo permanente.