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Trappole e interessi del negoziato globale Cina Usa

 Trump e Xi Jinping: negoziato di svolta o di guerra commercialeTrappole e interessi del negoziato globale Cina Usa

La Cina ostenta ottimismo  in vista dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti, ma le distanze rimangono notevoli. Pechino e Washington hanno tutto l’interesse a raggiungere un accordo globale che rilanci gli scambi commerciali fra le due superpotenze, ma non un accordo sbilanciato.

A seguito delle denunce che da più parti vengono rivolte a Pechino di rubare know how e brevetti o  di imporre alle aziende di cedere tecnologia strategica, Trump ha imposto dazi fino al 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi.

La Cina ha risposto imponendo contro dazi per 110 miliardi di dollari alle merci americane, rallentando lo sdoganamento per le società statunitensi e aumentando le imposizioni per le attività finanziarie. Washington, l’Europa e altri partner commerciali accusano inoltre Pechino di violare i suoi obblighi di apertura del mercato.Trappole e interessi del negoziato globale Cina Usa

Lo scontro riflette le preoccupazioni americane per la concorrenzialità della Cina nel settore delle telecomunicazioni, della robotica, dell’intelligenza artificiale e della tecnologia strategica.

Il Partito Comunista cinese, che considera vitale lo sviluppo tecnologico per la prosperità e l’influenza globale del Paese, tenta tuttavia di disinnescare lo scontro commerciale e di attrarre l’industria dei paesi occidentali facilitando l’accesso all’enorme potenziale di importazioni del mercato cinese, a cominciare dalle auto  e dall’offerta di compartecipazioni a società occidentali nelle aziende tecnologiche cinesi.

L’obiettivo di Pechino è quello di mostrare sufficienti aperture per persuadere Trump ad avviare concreti negoziati e a procastinare l’entrata in vigore dei dazi per prodotti cinesi. Sull’esito dei negoziati influisce anche il rallentamento della crescita economica in entrambi i paesi.

La crescita cinese in particolare è scesa ad una crisi post-globale del 6,5% nel trimestre conclusosi a settembre. Rispetto all’anno precedente inoltre le vendite di automobili in Cina sono crollate del 16%  e le deboli vendite immobiliari stanno imponendo il taglio dei prezzi.

Con la disoccupazione ai minimi l’economia degli Stati Uniti è cresciuta a un tasso annuo del 3,4% nel terzo trimestre, ma i sondaggi dimostrano che la fiducia dei consumatori si sta indebolendo a causa della preoccupazione per il rallentamento della crescita previsto  quest’anno.Trappole e interessi del negoziato globale Cina Usa

Pechino ha cercato invano di reclutare Francia, Germania, Corea del Sud e altri governi come alleati contro Trump. Tutti paesi che anche se critici nei confronti del Presidente americano poì sono tuttavia d’accordo sulle denunce degli Stati Uniti riguardo all’invadenza e all’inaffidabilità della politica industriale cinese.

L’Unione Europea ha presentato una propria sfida all’Organizzazione mondiale del commercio contro le regole cinesi e le giustificazioni secondo le quali il blocco commerciale a 28 nazioni ha impedito alle società straniere di proteggere e trarre profitto dai propri brevetti, abusivamente sfruttati e copiati in Cina.

Da parte sua, Pechino denuncia i rigidi divieti imposti dagli Stati Uniti sulle esportazioni di tecnologia “dual use” con possibili applicazioni militari, e lamenta che le società cinesi siano sottoposte alle insormontabili procedure di verifica della sicurezza nazionale quando tentano di acquisire quote societarie di aziende Usa.

Per evitare i dazi di Trump alcuni gruppi industriali, esportatori negli Stati Uniti, hanno spostato la produzione in altri paesi.

Il colosso bancario d’investimenti internazionali UBS ha confermato infatti che soltanto negli ultimi 12 mesi il 37% dei 200 produttori intervistati dalla banca hanno abbandonato gli impianti in Cina. Per quasi la metà la minaccia degli aumenti tariffari imposti dall’America di Trump è stata il “fattore dominante”, mentre gli altri si sono mossi a causa di costi più elevati o di una regolamentazione più severa. “La maggior parte delle aziende si aspetta che la guerra commerciale aumenti”, ha detto la banca. Trappole e interessi del negoziato globale Cina Usa

Fonte: Associated Press, la prima agenzia di stampa internazionale con sede negli Stati Uniti d’America.

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Gianfranco D'Anna
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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