L’allarme sui batteri super resistenti anche all’antibiotico più potente era stato lanciato al G7 del 7 e 8 giugno 2015 a Schloss Elmau, in Germania. Come aveva evidenziato zerozeronews.it nel post del 5 maggio 2015 dall’emblematico titolo “L’apocalisse del pianeta: l’allarme degli scienziati al G7”, le criticità riguardavano in particolare la resistenza agli antibiotici delle malattie infettive.
“Allarma soprattutto il proliferare delle epidemie e delle malattie tropicali dimenticate, che colpiscono miliardi di persone, principalmente nei paesi più poveri dove sono carenti i trattamenti e le terapie “ avevano denunciato gli scienziati alla Cancelliera Angela Merkel, che li aveva convocati a Berlino per un briefing preparatorio del G7. Per per acquisire analisi, valutazioni e indicazioni sulle criticità che minacciano il Pianeta, la Cancelliera aveva riunito i vertici delle Accademie Scientifiche dei Paesi più industrializzati:
- Royal Society of Canada
- Académie des Sciences
- German National Academy of Sciences Leopoldina
- Accademia Nazionale dei Lincei
- Science Council of Japan
- Royal Society UK
- National Academy of Sciences
Impressionanti i riscontri che erano stati forniti dalle élite scientifiche:
“Le criticità più urgenti -avevano denunciato -riguardano in particolare la resistenza agli antibiotici delle malattie infettive e il rischio di collasso degli oceani. Fra i “flagelli” che più fanno stragi figurano l’ebola, la dengue, la lebbra, le cecità del fiume (provocata da un parassita, l’Onchocerca, che colpisce la pelle e gli occhi). Queste malattie sono endemiche in 149 paesi e rappresentano le più pericolose fra le emergenze mondiali.
Per quanto riguarda il collasso degli oceani, fino ad ora le uniche, ma molto circoscritte, zone morte conosciute dei mari erano quelle nei pressi dei litorali dove i fiumi sversano fertilizzanti e altre sostanza chimiche, scatenando la crescita di alghe. Quando queste muoiono cadono sui fondali e vengono decomposte dai batteri, che consumano tutto l’ossigeno.
Per scongiurare il devastante degrado degli oceani gli scienziati hanno evidenziato l’assoluta necessità di bloccare l’inquinamento causato dagli scarichi di residui della produzione e lavorazione di metalli pesanti, rifiuti plastici, residui di fertilizzanti per l’agricoltura ed emissioni che provocano l’acidificazione delle acque.
Perché, questo il monito lanciato dalla scienza ai governanti del Mondo, l’Apocalisse è davvero dietro l’angolo dell’umanità.
Esattamente a distanza di un anno, negli Stati Uniti, in Pennsylvania, gli scienziati hanno trovato un campione di urina infetto resistente persino ad uno degli antibiotici più efficaci al mondo, la colistina. Quanto scoperto preoccupa perché dimostra che esistono già batteri capaci di resistere a quasi tutti i farmaci.
La scoperta è stata pubblicata all’interno dello studio intitolato “Escherichia coli Harboring mcr-1 and blaCTX-M on a Novel IncF Plasmid: First report of mcr-1 in the USA” e pubblicato sulla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy.
A darne notizia è il Multidrug Resistant Organism Repository and Surveillance Network (MRSN) del Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR) che spiega come la colistina sia da considerarsi una sorta di “ultima spiaggia” da utilizzare per sconfiggere un batterio particolarmente potente che però, in questo caso, non è risultata efficace. Una volta scoperto il batterio nel campione di urina i ricercatori ne hanno testato la suscettibilità alla colistina e hanno scoperto che “non esiste un dosaggio sicuro di colistina capace di curare una simile infezione batterica”.
I test effettuati hanno evidenziato la presenza di un gene specifico, mrc-1, resistente alla colistina. Questo stesso gene è stato collegato anche ad un’infezione intestinale provocata dal batterio Escherichia coli e, secondo i ricercatori, può trasferirsi ad altri batteri rischiando di provocare una crisi globale in quanto sempre più batteri risulterebbero resistenti ai farmaci. In pratica il rischio è che non potremo curarci.