Grillo attacca la Costituzione
Lapsus grillino con velenoso retrogusto politico. Ben oltre la psichiatria freudiana, le pugnalate dialettiche di Beppe Grillo alla Costituzione tradiscono la consapevolezza della cabina di regia dei 5Stelle di non potere condizionare, e meno che mai intimidire, un Presidente della Repubblica con la statura morale e istituzionale di Sergio Mattarella, profondo conoscitore, oltre che cristallino garante, dei principi e della prassi della Carta Costituzionale.
Mimetizzate dietro l’apparente cadenza da avanspettacolo, le affermazioni di Grillo fanno trasparire in controluce il nucleo dirompente di una strategia d’attacco per neutralizzare l’ostacolo insormontabile del Quirinale.
Una strategia che destabilizza la prospettiva di una coabitazione fra la Presidenza della Repubblica e la maggioranza giallo verde che già si presentava irta di difficoltà oggettive a causa dei crescenti timori per il pressapochismo e l’inadeguatezza che costituzionalisti, giuslavoristi, economisti e commentatori ascrivono soprattutto alla compagine di governo grillina.
Come già verificatosi nella convulsa fase della formazione del Governo, oltre al grave rischio di innescare una ingiustificata e inqualificabile campagna d’odio contro il vertice istituzionale, il nuovo attacco al Quirinale punta a mettere quanto meno in discussione il livello più alto di controllo e di verifica dell’attività dell’esecutivo.
Con riverberi di irresponsabilità talmente gravi da rappresentare una oggettiva minaccia, se non altro politica.