Ormoni & neuroni
domande e risposte sull’amore
by Maggie S.Lorelli
Per San Valentino ho ricevuto una romantica dichiarazione d’amore da un uomo. Volevo renderla pubblica per dire quanto a volte il karma sentimentale possa improvvisamente cambiare: “Ciao Maggie, come va? Senti. So che la settimana prossima devi andare a Milano. Siccome la compagnia *** fa il 100% di sconto a un accompagnatore per San Valentino, ti va se viaggiamo insieme e ci smezziamo un solo biglietto?”.
Se la nuova frontiera dell’amore è “due cuori e una cabina”, diventa difficile anche quest’anno resistere alle tentazioni consumistiche che fanno col cuore “ciao ciao”.
In questa giornata votata al consumismo, se le aziende commerciali auspicano che la coppia se ne stia seduta davanti a un pc ad inserire i dati della carta di credito per fare affari acquistando cioccolatini griffati, monili scintillanti e cene romantiche delivery a prezzi dimezzati, non sarebbe forse meglio chiudersi nella propria intimità e limitarsi a consumare la copula gratis? In un momento storico che ci frammenta come specchi rotti al di fuori di noi stessi, persi in una molteplicità di tentazioni allettanti, chiedo all’esperto: la vera seduzione non è spogliarsi di ogni orpello esteriore e avere il coraggio di mostrarsi nudi nella propria interiorità all’altro?

Ha ancora senso festeggiare questa giornata o non si dovrebbe, come cantava Frank Sinatra in “My Funny Valentine” (di cui segnaliamo la nuova versione charmant di Drusilla Foer https://youtu.be/D_XXsHCg4Do), mostrarsi così come si è senza tentare di mascherarsi per l’altro affinché ogni giorno sia il giorno di San Valentino?

by Sergio Anastasia
Cara Maggie, la risposta è senz’altro la seconda. Il punto è, però, che è anche la via più difficile. Perché? Essere se stessi e, quindi, mettersi a nudo significa anche sentirsi fragili e indifesi. Siamo tutti così ancorati alle nostre identità, alle nostre certezze, al modo di essere che per anni ci è stato insegnato essere quello “giusto” e che spesso ci vieta di esprimere appieno ciò che abbiamo dentro: sofferenze, disagi e frustrazioni.
Tendiamo a nascondere, a mettere sotto al tappeto, per non perdere quello che siamo magari riusciti a costruire con tanto sacrificio. Come sarebbe se nel bel mezzo di un rogito, di una gravidanza, nei preparativi di un matrimonio, o a una comunione di un nostro figlio, invece, ammettessimo di essere dubbiosi e incerti? Non con l’amica o l’amico del cuore, come fosse un confessore. Ma proprio con noi stessi, in profondità e poi anche con l’altra persona. Questo ci potrebbe far apparire egoisti e imperfetti ai suoi occhi, oltre a farci sentire molto probabilmente sull’orlo di un precipizio. È davvero molto difficile ammettere a noi stessi che un sentimento può andare ben oltre il concreto di un regalo, di una casa, di una famiglia, o di un progetto e che può, invece, essere sostenuto anche dal desiderio contrario di poter godere di una maggiore libertà, di una maggiore indipendenza e di un’effettiva corrispondenza. Abbiamo davvero il coraggio di dire all’altra persona che alcuni suoi aspetti sono per noi davvero inaccettabili e che ci fanno soffrire? Abbiamo davvero il coraggio di dare all’altra persona il tempo di essere consapevole che senza un cambiamento molto profondo, non sarà possibile davvero portare avanti un progetto, un domani? Sì, perché se è vero che non si può cambiare nessuno, è anche vero che senza la capacità di cambiare, non c’è evoluzione, non c’è spazio di crescita e quindi tutto inevitabilmente tende a cessare. In fondo, desidereremmo tutti poterci scegliere ogni giorno, anziché sentirci obbligati dentro delle convenzioni, delle regole o degli obblighi. Ma allo stesso tempo, questi aspetti “normativi” ci danno sicurezza e conforto nei momenti di paura e di sofferenza. Ci aiutano a curare le ferite del passato, fornendoci garanzie per il futuro.
San Valentino è proprio questo: una celebrazione che, come tutte le altre, sancisce, esplicita e “certifica” una relazione, più che un sentimento. E questo contribuisce a darci sicurezza. Così come il fatto di darsi una mano, come nell’esempio che tu riporti, perché si sa che la generosità e l’altruismo connotano un certo tipo di relazione.
Il punto è che bisognerebbe avere il coraggio, invece, di comunicare anche quegli aspetti che non hanno soltanto a che fare col modo “migliore” di essere in relazione. In realtà, più un rapporto è autentico, più ci mette in contatto con aspetti scomodi, nascosti ed estremamente riservati. Insomma, mettersi a nudo, significa sentirsi a disagio, unconfortable, per poi ritrovare nuovi equilibri, sicuramente migliori. Ma è in quel delicato passaggio del mettersi a nudo e mostrarsi così come si è, senza difese, né scudi, che spesso ci si perde e che ci spinge a rifugiarci nelle convenzioni e nelle convinzioni. Ecco. San Valentino può essere un rifugio e una possibile pausa dai tormenti e dalle insoddisfazioni.
Questo può essere un break fine a sé stesso, oppure un momento di pausa e riflessione che può contribuire alla maturazione della coppia. Il consiglio è, quindi, per favorire questa seconda via, che se vuole festeggiare, lo si festeggi con una cena, un piccolo viaggio, un qualcosa che permetta di parlarsi e confrontarsi, in modo da fare il punto della situazione in questo preciso momento. I regali costosi, o prevedibili, alle volte alimentano un’illusione, anziché permettere un contatto più autentico fra i partner di una coppia.
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Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all’Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Dopo un’ esperienza decennale alla Feltrinelli ha collaborato come autrice con Radio 3 Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l’agenzia di stampa Adnkronos, scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d’esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.