Cina senza verità e democrazia. “Niente news siamo cinesi e comunisti”, si sono detti in sostanza i vertici a Pechino. E così mentre il mondo correva ai ripari per scongiurare i rischi di una pandemia globale di patologie acute respiratorie, i cinesi sono stati informati dell’esistenza del micidiale corona virus mutante soltanto pochi giorni fa.

Lo rivela il New York Times che denuncia la doppiezza tipica delle peggiori dittature del regime comunista di Pechino, che nonostante già dal 31 dicembre avesse informato l’Organizzazione mondiale della Sanità del diffondersi a Wuhan dei contagi, fino a pochi giorni fa ha invece ostinatamente taciuto ai concittadini l’esistenza stessa del virus e la gravità della situazione che si prospettava. Esponendo ancora di più i cinesi al contagio e in pratica alla strage in atto.

Sulla base di testimonianze locali e fughe di notizie che confermano la cappa di silenzio costruita a tavolino dal partito comunista cinese, il New York Times ha ricostruito in che modo, facendo leva sulla rigida censura dei media e della rete e sull’asfissiante controllo esercitato dall’intelligence su tutto e su tutti, il regime sia riuscito a occultare totalmente l’esistenza stessa del virus e le successive fasi dell’espandersi dei contagi. Con tragiche conseguenze sulla salute della popolazione e dell’intera umanità, ma anche sulla gestione dell’epidemia.
Zhou Xianwang, sindaco di Wuhan, ha raccontato di non essere stato autorizzato a parlare pubblicamente del coronavirus fino a gennaio inoltrato, pochi giorni prima della messa in quarantena dell’epicentro del micidiale virus. Secondo le stime del sindaco, in quel frangente la gente è entrata e uscita da Wuhan senza precauzione alcuna, e 5 milioni di persone appena hanno percepito l’esistenza di pericoli sanitari sono fuggite.
Il fatto che il governo abbia nascosto la fase iniziale dell’epidemia spiega in parte l’attuale incapacità degli ospedali cinesi a far fronte all’emergenza sanitaria: mancano i kit di depistaggio, le maschere e altri indumenti di protezione.
L’indagine del New York Times addossa le responsabilità della terribile bugia sul coronavirus alla dittatura del regime comunista, che ha “ulteriormente e sistematicamente sventrato istituzioni quali giornalismo, social media, organizzazioni non governative e altre categorie in grado di fornire prove della sua responsabilità”.
La stessa strategia è stata messa in campo per insabbiare le febbre suina che dal 2018 ha portato all’abbattimento di un quarto della popolazione mondiale di maiali. Oltre il danno la beffa. “Quando altri paesi hanno riferito di casi di coronavirus, la Cina ha finto di essere riuscita a confinare l’epidemia a Wuhan, scherzando in modo cupo su un virus patriottico che ha soltanto colpito stranieri” denunciano le fonti del Nyt.
L’occultamento della verità e le gravi conseguenze per il dilagare della pandemia si stanno pesantemente ritorcendo tuttavia sull’economia della Cina, che sta precipitando in una situazione di massima debolezza. La più pesante ed estesa degli ultimi 30 anni.
“ E’ ora di farla finita “- conclude il quotidiano Usa – “con l’ammirazione fuori luogo del modello cinese”
Fonte: Agi
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