Esattamente come cantava Sergio Endrigo nel 1966: “Se tutti i ragazzi del mondo si dessero una mano, allora ci sarebbe un giro tondo intorno al mondo” tutto il Pianeta scende in piazza in 900 città di circa 100 nazioni.
Da Roma a New York, da Stoccolma a Tokyo, da Ushuaia fra Argentina e Antartide, ad Anchorage, in Alaska. Un pianeta day internazionale per il clima.
Una mobilitazione di massa «Climate strike», germogliata dal seme gettato dalla studentessa Greta Thunberg, la sedicenne che ogni venerdì da agosto 2018 manifesta davanti al Parlamento svedese per chiedere un più concreto impegno nel combattere il riscaldamento globale, salvaguardare la natura e a non compromettere il futuro della Terra.

Un’iniziativa che, sull’onda dei social network, ha determinato una presa di coscienza planetaria che in pochi mesi sta cambiando l’agenda politica globale rimettendo al centro la lotta ai cambiamenti climatici e la contestazione radicale dell’attuale modello di vita: il modo in cui produciamo e consumiamo beni e servizi.
Il «Friday For Future» mobilita soprattutto i giovani e gli studenti, principali protagonisti della giornata, perchè l’appello in tutto il globo è stato lanciato proprio da loro, custodi del futuro e abitanti della Terra che verrà.
Probabilmente nessuno dei giovani che si ritroveranno in piazza conosce le parole della canzone “Girotondo intorno al mondo” di Sergio Endrigo, versi di una poesia anticipatrice e di ideali intramontabili, una canzone struggente che certamente qualcuno dei sessantottini confuso fra la folla del Friday For Future canterà in cuor suo
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1