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Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

by Maggie S. Lorelli

Traumi da coronavirus, come elaborarli e superarli? La pandemia che coinvolge ormai ogni latitudine del globo, è un evento epocale destinato a incidere profondamente nei molteplici aspetti dell’esistenza umana.Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

Al di là delle implicazioni di carattere strettamente sanitario, l’evento è destinato a produrre un impatto profondo nella sfera sociale, politica ed economica e un vero e proprio trauma nella psiche individuale.

“Questa tipologia di traumi é definita nel panorama scientifico come traumi T, con la T maiuscola. Si tratta di eventi che secondo il  manuale diagnostico degli psicologi portano alla morte o minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care e che causano nell’individuo sentimenti di impotenza, vulnerabilità e insicurezza”  specifica Chiara Callerame, Psicologa e Psicoterapeuta, ricercatrice presso il Dipartimento di Comunicazione Pubblica dell’Università della Svizzera Italiana a Lugano.

Come elaborare e superare i traumi del coronavirus
La psicologa Chiara Callerame

Dottoressa, può spiegarci innanzitutto cos’è un trauma emotivo?

Il termine “trauma” deriva dal greco e significa “danno”, “ferita”, “lacerazione”. Esso è stato impiegato la prima volta per indicare l’impatto che eventi stressanti avevano sull’individuo, e da allora questo termine è stato comunemente utilizzato per identificare le “ferite dell’anima” che hanno un impatto così violento e negativo sulla vita dell’individuo da creare un divario tra ciò che era “prima” dell’evento traumatico e ciò che si è verificato “dopo”.

La pandemia da COVID 19 come si colloca all’interno di questo panorama?

La condizione che stiamo vivendo può essere descritta come un evento traumatico poiché determina un impatto negativo sulla vita dell’individuo e segna necessariamente una spaccatura nella quotidianità. La portata di ciò che sta accadendo in termini di contagi, lutti, sofferenze, può far rientrare la condizione attuale nella definizione di disastro collettivo, e come tale deve essere considerata un trauma con la T maiuscola. Con l’aggravante che il dolore e il trauma, in questo caso, non fanno riferimento esclusivamente agli individui e alle famiglie (persone care malate) ma anche, in modo più esteso, alla comunità e al mondo intero. Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

Sintomi che è possibile riscontrare nella popolazione tra quelli ascrivibili agli eventi traumatici?

L’evento traumatico può causare nell’individuo una serie di reazioni emotive particolarmente intense che possono arrivare ad interferire con il suo funzionamento psicologico, lavorativo e sociale. Le reazioni più comuni a cui le persone possono andare incontro, con durata e intensità variabile, possono essere ad esempio umore depresso e persistenti credenze negative verso sé o il mondo, arrivando ad esempio a formulare pensieri quali “il mondo è totalmente pericoloso”. In alcuni casi potrebbe subentrare anche un senso di colpa, come la “colpa del sopravvissuto”, per essere stati direttamente causa di contagio verso qualcuno oppure, al contrario, per non aver contratto il virus a differenza magari di conoscenti o amici a cui è capitata una sorte peggiore.

Emozioni prevalenti in questo tipo di trauma?

Le emozioni legate all’evento traumatico possono essere molteplici, un individuo infatti può trovarsi a sperimentare per esempio paura, orrore, rabbia, colpa, vergogna anche molto intensi. E’ importante, a tal proposito, comprendere che gli stati emotivi sperimentati, anche se negativi, sono del tutto normali in una situazione così complessa. Tuttavia è fondamentale che i segnali di sofferenza non vengano sottovalutati e che si ponga su di essi la dovuta attenzione in modo da garantire, qualora se ne sentisse la necessità, una presa in carico tempestiva del disagio.Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

Riguardo invece alle reazioni comportamentali, quali sono quelle che possono pregiudicare maggiormente la qualità della vita?

Dal punto di vista comportamentale, le reazioni più comuni possono essere ad esempio disturbi del sonno, dell’alimentazione, difficoltà di concentrazione, apatia o anche perdita di interesse verso attività che solitamente vengono considerate piacevoli. Ma a volte si può arrivare a sperimentare reazioni più intense che rimandano alla sintomatologia relativa al disturbo da stress post traumatico, come episodi di flashback, ovvero immagini ricorrenti, memorie involontarie e intrusive, o tentativi di evitare pensieri o sentimenti correlati all’evento traumatico che si sta vivendo.

Ha qualche suggerimento da dare a chi si riconosca in questo tipo di modalità comportamentali?

Sì. Vorrei citare in particolare l’Associazione EMDR Italia (www.emdr.it), attiva a livello nazionale, che vanta un folto team di psicoterapeuti formati sul trattamento del trauma, in grado di offrire supporto in questo momento di estrema crisi in cui le persone possono sentirsi esposte e vulnerabili. Molte volte infatti, non essendo in grado di riconoscere i segnali di sofferenza e non sapendo a chi rivolgersi. trascurano tale sofferenza che potrebbe, come conseguenza, intensificarsi e degenerare in una vera e propria sintomatologia.

La sovraesposizione all’informazione sull’argomento può essere considerata essa stessa traumatica? Può esserci sofferenza psicologica, e reattività fisiologica, in risposta a stimoli associativi che richiamano il trauma? Penso alle immagini delle corsie della terapia intensiva, all’immagine scioccante della sfilata di mezzi militari che trasportano le bare o anche ai quotidiani bollettini “di guerra”.

Direi di sì. La continua sovraesposizione a notizie che tutti i giorni ci bombardano attraverso notiziari, giornali, web, sul numero dei morti e dei “positivi”, contribuisce notevolmente a tenere il livello di attivazione emotiva e lo stato di allerta sempre molto alto. Può quindi accadere che gli individui sperimentino costantemente sensazioni di paura, agitazione, ansia, disturbi del sonno proprio a seguito di tale sovraesposizione. Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

Consiglia di sottrarsene?

Sicuramente una delle modalità che possiamo utilizzare per fronteggiare questo momento di crisi è proprio quella di limitare tale esposizione; ad esempio è consigliabile scegliere solo uno o due momenti durante la giornata in cui dedicarsi all’informazione sugli eventi, se possibile privilegiando i canali ufficiali.

Il trauma può causare anche compromissione del funzionamento in ambito sociale e lavorativo?

Purtroppo sì. La quotidianità a cui ciascuno di noi è sempre stato abituato è stata completamente stravolta e la maggior parte degli individui si trova a fronteggiare una serie di difficoltà importanti sia in ambito lavorativo che sociale. Dal punto di vista lavorativo, ad esempio, il soggetto deve confrontarsi con nuove modalità operative (ad esempio lo Smart Working) che richiedono competenze differenti rispetto a quelle precedentemente acquisite, e soprattutto si deve fare i conti con una solitudine forzata e dei tempi decisamente più dilatati. E’ necessario imparare a costruirsi una “nuova routine” con tempi e modi nuovi che consentano di vivere al meglio la situazione difficile.Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

Come cambieranno invece le relazioni sociali?

Innanzitutto penso sia importante ricordare che siamo isolati, ma non siamo soli. Continuare a mantenere le reti sociali ed amicali anche se in forma virtuale è sicuramente una risorsa importante per affrontare questo momento di difficoltà. Ritagliarsi dei momenti in cui ci si confronta con persone di fiducia è utile per alleviare la tensione accumulata durante la giornata e ritrovare un certo equilibrio. Le relazioni sociali ne usciranno probabilmente rafforzate, e sicuramente rivalutate.Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

I legami familiari rischiano degli scossoni?

Un evento di questo tipo che impone una quarantena forzata all’interno delle proprie mura domestiche rischia senz’altro di sconvolgere gli equilibri famigliari richiedendo a tutti i membri di creare nuovi assetti per fronteggiare uno stato emotivo e sociale di emergenza. Va a sollecitare, e amplificare, dinamiche relazionali già difficili o compromesse. Tali conseguenze prodotte dal Coronavirus sul piano relazionale possono essere considerate anch’esse traumatiche.

Generalmente un trauma è considerato un’esperienza mentale dissociante. Quando sarà tutto finito, come si potrà tentare di ricucire l’integrità psichica?

Si può presumere che nella maggior parte dei cas i gli individui faranno ricorso alle proprie risorse personali e relazionali per ricostruirsi una nuova traiettoria. In alcuni casi invece sarà necessario fare affidamento su un supporto specialistico che possa aiutare a comprendere le basi della sofferenza individuale e porvi rimedio. Un intervento specifico con l’EMDR [il metodo clinico basato sulla desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, ndr], ad esempio, può aiutare ciascun individuo a modificare il proprio stato, conducendolo a un miglioramento sensibile della propria condizione. Lavorando sugli aspetti traumatici, infatti, si aiuterà il soggetto a sviluppare una maggiore capacità di regolazione emotiva, che si tradurrà in un maggior benessere generale e una migliorata capacità di affrontare le sfide che questo momento di difficoltà riserva.Come elaborare e superare i traumi del coronavirus

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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