by Maggie S. Lorelli
Primo Ferragosto dopo il lockdown. Prevarrà la prudenza dell’astinenza o il prurito dei piaceri sopiti?
Appesi al filo dell’incertezza, fra la voglia di abbracciarsi e il timore di contagiarsi, in un impulso irrefrenabile e impalpabile, eppure reale, quanto l’insidioso virus.
“E’ il Ferragosto dei grandi contrasti” sottolinea la psichiatra e psicoterapeuta Erica Francesca Poli, direttore scientifico di EFP Group – Centro di Terapie integrate di Milano e membro di diverse società scientifiche, che integra la sua specializzazione in neuroscienze applicate con lo studio della psiconeuroimmunoendocrinologia.
![Ferragosto pandemico al sole siamo tutti più soli](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2020/08/ferragosto1-600x338.jpg)
Da dove parte questa analisi?
Se analizziamo i comportamenti delle persone da un osservatorio tipicamente italiano di metà agosto, ossia le spiagge, si osservano adolescenti, meno coperti dalle sovrastrutture degli adulti, sotto gli ombrelloni o nei bar che manifestano la pulsione ormonale, assolutamente umana, ad avvicinarsi, a toccarsi, ad abbracciarsi, dando luogo ad assembramenti, trovando il modo di stare insieme nonostante la chiusura delle discoteche o di altri luoghi di socialità giovanile. Non vedo tuttavia eccessi dionisiaci perché al tempo stesso – continua – si percepisce la paura che serpeggia, alimentata a livello mediatico dal mondo degli adulti, e anche i più piccoli, che sono più corporei e meno mentali, appaiono più impacciati nel gioco e nei contatti perché recepiscono l’atmosfera di incertezza diffusa.
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