by Maggie S. Lorelli
Si sperava che un fenomeno globale come la pandemia riuscisse a unire l’umanità in un sentire comune, alimentando la concordia e destando la consapevolezza che alcuni problemi si risolvano con più efficacia se li si affronta collettivamente, con un rinnovato senso di comunità. Si è assistito invece a un’impennata di odio sul web, che ha preso di mira soprattutto le donne. Ne abbiamo discusso con la filosofa Maura Gancitano, fondatrice della scuola permanente di filosofia e immaginazione.

Perché neanche la pandemia, che ha unito l’umanità in una sorte comune, è riuscita a frenare l’odio online?
La pandemia avrebbe dovuto unirci a livello globale, facendoci sentire più vicini e più consapevoli del fatto che in un mondo globalizzato anche ciò che accade lontano da noi può coinvolgerci direttamente, rendendoci più critici e capaci di interpretare i dati di realtà che ci venivano forniti. Invece assistiamo a un’escalation dell’odio e del livore in rete. A mio parere alla base di questo fenomeno c’è la mancanza di intelligenza emotiva, la difficoltà delle persone di provare empatia, che le rende sempre più indifferenti e spesso astiose nei confronti degli altri. Questo è il risultato di una situazione che ci portiamo dietro da tantissimo tempo, dovuta alla mancanza di centralità che l’intelligenza emotiva ha nella nostra società.
