Un rischio fuori controllo e un business in progress si aggirano per l’Italia, quello dei cani randagi che rappresentano una fonte di grandi introiti illegali e la causa di molteplici pericoli:
- incidenti stradali,
- aggressione per i cittadini,
- contagio di malattie infettive.
Oltre questa serie esponenziale di criticità, il randagismo rappresenta soprattutto un enorme onere per la collettività perché costa oltre 5 miliardi e mezzo di euro l’anno.
In sintesi quello del randagismo è un business dove si intrecciano sperpero di denaro pubblico, criminalità organizzata e malasanità. Con interessi più ampi ed oscuri di quanto non appaia e la sistematica violazione delle leggi.
Secondo l’ultimo rapporto “Zoomafia” il giro complessivo del traffico di cani frutta almeno 500 milioni di euro. Sulla base delle più recenti statistiche, i cani randagi si aggirerebbero intorno al milione di esemplari.
Per ogni animale catturato e chiuso in un canile i comuni spendono dai trecento ai mille euro l’anno. Costi che nella gran parte dei casi non evitano che i cani siano malnutriti, non curati, stipati in gabbie sovraffollate e a volte trasferiti clandestinamente in altri Paesi per finire nei laboratori della ricerca, oppure trasformati in cibo in scatola o pellicce.
L’incidenza dei rischi del randagismo è evidenziata anche dallo spazio e dalla vastità di informazioni riservate al fenomeno dal sito del Ministero della Salute.
Nove i link principali del sito ministeriale:
Cosa prevedono le norme in caso di abbandono di animali
L’attività ispettiva e di monitoraggio per la tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo, i compiti della Task Force
I dati trasmessi dalle Regioni riguardo il numero di ingressi di cani nell’anno nei canili sanitari e il numero di gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario Nazionale
I rischi principali per l’uomo e gli animali
La diffusione della cultura del possesso responsabile come elemento essenziale per prevenire l’abbandono
Le cifre e i criteri di ripartizione del fondo per la tutela del benessere e per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia
Il finanziamento di rifugi e centri di sterilizzazione per cani e gatti, centri di adozione e rieducazione comportamentale dei cani
Gli interventi a favore del controllo delle nascite nella lotta al randagismo
I 915 canili sanitari e i rifugi autorizzati in Italia
“Risolvere, o quantomeno arginare, il randagismo è un dovere. Comporterebbe una riduzione dei costi e soprattutto si inizierebbe a mettere mano al problema di una popolazione di cani seviziati e condannati ad una vita di stenti. Un problema sentito dal punto di vista etico ed in alcuni casi come al Sud come una vera emergenza delle nostre città” ha denunciato sul quotidiano L’Unità il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi.
In una lettera al sottosegretario al ministero della Salute, Vito De Filippo, che il 16 giugno scorso ha riunito per la prima volta il ‘Tavolo tecnico veterinario per le strategie e le linee guida di lotta al randagismo’, Anzaldi avanza alcune proposte che potrebbero essere prese in considerazione dal governo e dalle istituzioni coinvolte per mettere in campo soluzioni condivise.
“Va promossa- sostiene Anzaldi– la cultura della sterilizzazione, anche valutando un qualche tipo di tassazione per chi possiede un animale non sterilizzato. Indispensabile anche rafforzare e aumentare i controlli contro i traffici illegali di animali, senza tracciabilità alcuna né sanitaria, né commerciale, né tanto meno fiscale “.
In ogni caso, randagi o domestici, per tutti gli uomini di buona volontà gli amici a quattro zampe rivelano , come sintetizzava Tagore in una poesia , “il vero significato dell’Uomo nello schema del Creato.”