A quando una donna Presidente alla Casa Bianca ? Sono in molti a pensare che appena Barack Obama e Bill Clinton convinceranno l’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a non ricandidarsi (“Joè ti é andata bene una volta, accontentati e non rischiare di far eleggere Trump” sarebbe il leitmotiv che useranno i due ex Presidenti) potrebbe essere una donna la candidata del Partito Democratico alle presidenziali americane del 2024.

E fra i pochi nomi di possibili vincitrici delle primarie democratiche, dando per tramontata una possibile ricandidatura di Hillary Clinton, accanto all’attuale vice Presidente Kamala Harris figura l’ex First Lady Michelle Obama.

Anche se é entrata nella storia quale prima candidata con reali possibilità di diventare Presidente degli Stati Uniti, Hillary Clinton non è stata la prima in assoluto. Gli annali riportano infatti che la prima fu Victoria Claflin Woodhull, leader del movimento delle suffragette, che si presentò nel 1872 come candidata dell’Equal Rights Party e che comunque non sarebbe stata eleggibile perché avrebbe compiuto 35 anni, l’età minima prevista dalla Costituzione americana, dopo l’inizio dell’ipotetico mandato.

La seconda candidata alla Casa Bianca fu Belva Ann Lockwood, leader del movimento femminista, presentatasi nel 1884 – quando ottenne oltre 4.000 voti – e nel 1888 con il National Equal Rights Party. Poi per oltre 50 anni non ci furono altre candidate. La successiva fu l’attrice Gracie Allen, titolare di una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, che nel 1940 si presentò con il Surprise Party, ottenendo 42.000 voti.
Dopo la candidatura per il partito comunista di Charlene Mitchell, che nel 1968 ottenne poco più di mille voti, due donne si candidarono con il partito dei lavoratori socialisti nel 1972: Evelyn Reed, presente solo sulle schede elettorali di tre Stati, e Linda Jenness, che ottenne oltre 83.000 voti. Dopo di loro si registra una serie di candidate per i partiti più svariati, dal Right to Life Party al Peace and Freedom Party, fino alla psicoterapeuta Lenora Fulani, candidata nel 1988 per il New Alliance Party, che ottenne oltre 217.000 voti, pari allo 0,2 per cento.

Oltre ad essere la prima donna a comparire nelle schede elettorali di tutti gli Stati del Paese, Lenora Fulani fu inoltre la prima candidata indipendente afroamericana. E si presentò con un programma che dava spazio all’uguaglianza razziale e ai diritti degli omosessuali. Fulani si ripresentò nel 1992, ottenendo poco più di 73.000 voti. Fu seguita da una serie di candidature come quella con gli ambientalisti di Cynthia McKinney, ex deputata democratica, che nel 2008 ottenne oltre 161.000 voti, pari allo 0,12 per cento.
