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Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli

A quando una donna Presidente alla Casa Bianca ?  Sono in molti a pensare che appena Barack Obama e Bill Clinton convinceranno l’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a non ricandidarsi        (“Joè ti é andata bene una volta, accontentati e non rischiare di far eleggere Trump” sarebbe il leitmotiv che useranno i due ex Presidenti) potrebbe essere una donna la candidata del Partito Democratico alle presidenziali americane del 2024.

Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli
Barack Obama Joe Biden e Bill Clinton

E fra i pochi nomi di possibili vincitrici delle primarie democratiche, dando per tramontata una possibile ricandidatura di Hillary Clinton, accanto all’attuale vice Presidente Kamala Harris figura l’ex First Lady Michelle Obama.

Hillary Clinton

Anche se é entrata nella storia quale prima candidata con reali possibilità di diventare Presidente degli Stati Uniti, Hillary Clinton non è stata la prima in assoluto. Gli annali riportano infatti che la  prima  fu Victoria Claflin Woodhull, leader del movimento delle suffragette, che si presentò nel 1872 come candidata dell’Equal Rights Party e che comunque non sarebbe stata eleggibile perché avrebbe compiuto 35 anni, l’età minima prevista dalla Costituzione americana, dopo l’inizio dell’ipotetico mandato.

Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli
Michelle e Barack Obama

La seconda candidata alla Casa Bianca fu Belva Ann Lockwood, leader del movimento femminista, presentatasi nel 1884 – quando ottenne oltre 4.000 voti – e nel 1888 con il National Equal Rights Party. Poi per oltre 50 anni non ci furono altre  candidate. La successiva fu l’attrice Gracie Allen, titolare di una stella sulla Walk of Fame di Hollywood, che nel 1940 si presentò con il Surprise Party, ottenendo 42.000 voti.Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli

Dopo la candidatura per il partito comunista di Charlene Mitchell, che nel 1968 ottenne poco più di mille voti, due donne si candidarono con il partito dei lavoratori socialisti nel 1972: Evelyn Reed, presente solo sulle schede elettorali di tre Stati, e Linda Jenness, che ottenne oltre 83.000 voti. Dopo di loro si registra una serie di candidate per i partiti più svariati, dal Right to Life Party al Peace and Freedom Party, fino alla psicoterapeuta Lenora Fulani, candidata nel 1988 per il New Alliance Party, che ottenne oltre 217.000 voti, pari allo 0,2 per cento.

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Lenora Fulani

Oltre ad essere la prima donna a comparire nelle schede elettorali di tutti gli Stati del Paese, Lenora Fulani fu inoltre la prima candidata indipendente afroamericana. E si presentò con un programma che dava spazio all’uguaglianza razziale e ai diritti degli omosessuali. Fulani si ripresentò nel 1992, ottenendo poco più di 73.000 voti. Fu seguita da una serie di candidature come quella con gli ambientalisti di Cynthia McKinney, ex deputata democratica, che nel 2008 ottenne oltre 161.000 voti, pari allo 0,12 per cento.

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Cynthia McKinney

La più votata in assoluto, finora, è stata Jill Stein, 66 anni, medico, attivista e candidata per i Verdi nel 2012, quando ottenne 469.501 voti, lo 0,36%, superando la soglia dell’1% nel Maine, in Oregon e in Alaska. Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli

Della possibile candidatura di Michelle Obama sì è tornato a parlare a Washington durante la presentazione in un teatro della capitale del nuovo libro dell’ex First Lady, “La luce che è in noi”.  Quando arrivò alla Casa Bianca nel 2009, racconta Michelle, evitò di mantenere  il suo look afro naturale.

“Ho  pensato agli americani che stavano appena prendendo le misure con il fatto di avere un Presidente e una famiglia afroamericana alla Casa Bianca ed ho concluso che non erano pronti e così ho deciso di stirarmi  i capelli” ha affermato la moglie di Barack Obama. Durante la presentazione del libro Michelle Obama, che sfoggiava delle lunghe braids, delle trecce, ha spiegato che considerava il sacrificio del suo look un modo per permettere all’amministrazione del marito di concentrarsi sul programma, senza essere travolto da inutili polemiche sul look.  Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli

A far parlare i commentatori politici di Washington dell’eventualità di una candidatura presidenziale di Michelle Obama è stata la sua forte denuncia della discriminazione che le donne afroamericane devono ancora affrontare sul posto di lavoro, dove il look afro viene considerato meno professionale dei capelli stirati e messi in piega.

Insomma “una Casa Bianca presa per i capelli” ?,  hanno alluso gli ambienti politici americani che si interrogano sulle difficoltà di trovare candidati presidenziali del Partito Democratico.Michelle Obama e la Casa Bianca presa per i capelli


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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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