La ristrutturazione del sistema bancario: la vertenza delle vertenze destinata a segnare una svolta sindacale e sociale per lo sviluppo dell’Italia. A Milano il confronto fra Abi e sindacati si è sviluppato attraverso una serie di convegni e dibattiti articolati su tre livelli: il ricambio generazionale, il nuovo ruolo dei dirigenti, l’adeguamento degli organici. Protagonisti del confronto il Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro di ABI, Emiliano Lodesani, il Segretario Generale della First Cisl, Giulio Romani, la Professoressa Anna Omarini, Responsabile Corso Retail Bank management dell’Università Bocconi di Milano, e Pier Luigi Ledda, segretario nazionale responsabile First Cisl della formazione e della contrattazione aziendale .
In primo piano, il costruttivo confronto fra Lodesani e Romani.
“Il sistema bancario italiano è chiamato ad una svolta. Occorre lavorare con urgenza ad una fitta serie di impegni, che consentano di varare misure di sostegno all’utilizzo degli ammortizzatori sociali del sistema, ma anche modelli organizzativi, nuove professionalità, nuove articolazioni produttive delle banche, al fine di generare e condividere le condizioni per un nuovo sviluppo della redditività per le imprese bancarie” – precisa il Segretario Generale della First Cisl, Giulio Romani.
“Di ristrutturazione delle banche italiane così come di quelle europee si parla da numerosi lustri“ afferma Emiliano Lodesani, responsabile dei rapporti sindacali dell’ABI. “Le banche italiane sono la più grande rete retail del nostro Paese, che avevano a fine dello scorso anno 30.000 filiali e circa 300.000 persone impegnate ad accompagnare la crescita e il cambiamento dell’Italia.
Le persone sono al centro del nostro mestiere, perché fanno la vera differenza, ogni giorno”- aggiunge Lodesani. “Se un tempo alle persone si accompagnavano più filiali oggi il mondo digitale ha cambiato i nostri comportamenti, ma le persone rimangono con i loro bagagli professionali e umani. Magari non più così spesso a contatto fisicamente con i clienti, ma mediate da altri canali. Saranno però sempre determinanti nel fare la differenza, anche in un mondo più robotizzato. Sul cosa fare tutte le parti sono più o meno d’accordo. Sul come fare la situazione è più complessa anche perché le banche sono tutte diverse e in concorrenza fra loro.”
Replica di Romani: “Io penso che senza la condivisione di un piano che prefiguri investimenti nell’aggiornamento dell’attività delle banche, insistere solo sul taglio dei costi significhi rinviare un problema che continuerà a ripresentarsi incessantemente. Da troppo tempo ci confrontiamo con banchieri capaci di progettare obiettivi economici solo attraverso la riduzione del costo del personale; oggi c’è, invece, la necessità di attuare politiche di sviluppo e riqualificazione delle banche e dei bancari che permettano di traguardare prospettive di lungo periodo e crediamo che il dovere del sindacato e dell’ABI sia quello di non cadere nel tranello di scorciatoie che risolvano, a macchia di leopardo, il problema solo per qualche anno.”
Lodesani si dice sostanzialmente d’accordo: “Le banche insieme ai sindacati hanno gestito diversi “momenti difficili” anche per il nostro Paese, cercando di contenere l’impatto sociale nel rispetto delle persone e delle loro famiglie. A mio avviso, indicando una strada percorribile anche da altri. In questo periodo di grandi tensioni, è giunto il momento di rifondare un Patto per il Paese, che inizi dalle persone per il benessere di tutti.”Punto di partenza del tema del ricambio generazionale l’industria 4.0 e la generazione 4.0, definizioni che identificano la quarta rivoluzione industriale e i giovani protagonisti della nuova dimensione della manifattura digitale, fatta di tanti aspetti, dalla robotica ai software intelligenti e predittivi. Ossia di quelli che leggono, intersecano e confrontano le serie storiche dei dati che arrivano da produzione, consumi, situazioni climatiche, lettura delle macchine che producono, selezione qualitativa della produzione. Elementi che consentono di governare al meglio l’anima di un’azienda, la fabbrica, la banca. Questi sistemi creano efficienza ed evitano di disperdere risorse. E quindi consentono di innalzare i livelli di produttività e di redditività. Insomma rendono le aziende innovative e competitive ai massimi livelli.“Generazione 4.0 è la nostra priorità ed ha un significato strategico: dobbiamo essere capaci di aprire il sindacato alle nuove generazioni. Io non sono un rottamatore” – ha affermato Giulio Romani – “ma sono fortemente convinto che in First Cisl vi siamo tutte le condizioni affinché i giovani possano impegnarsi con soddisfazione per valorizzare le istanze di chi si appresta ad affacciarsi nel mondo del lavoro o di chi vi è entrato da poco tempo. E questo perché First Cisl si è candidata ad essere la prima organizzazione di tutti, capace di garantire anche attenzione ed equilibrio al rapporto tra le generazioni.”
“Con Generazione 4.0” – ha sottolineato Pier Luigi Ledda– “intendiamo facilitare un processo che offra l’occasione ai giovani di rappresentare e dare una prospettiva alle istanze dei lavoratori loro coetanei, di organizzarsi come gruppo sociale, di contribuire a definire le politiche contrattuali e che aiuti il sindacato a comunicare e relazionarsi meglio con i giovani lavoratori. Noi li sosterremo ma dovranno essere loro a farsi protagonisti e artefici del cambiamento”.
Per quanto riguarda le Banche, Anna Omarini ha sottolineato come “i cambiamenti in atto non riguardino più solo le innovazioni tecnologiche, ma in particolare le abitudini di acquisto e di consumo. La conoscenza profonda dei propri clienti è sempre più rilevante e il saper mantenere aperto il dialogo con il mercato è fondamentale. La tecnologia ricoprirà un ruolo cruciale nelle scelte e nelle azioni della banca, ma il vantaggio competitivo dovrà derivare da altro. La tecnologia è un mezzo mentre il fine dovrà essere ricercato nel riposizionare strategicamente la banca nel nuovo contesto di mercato. La tecnologia, da sola, non è strategia; sarà la presenza di chiare idee di business a rendere resilienti le banche. Di fatto, se sino a poco tempo fa, il “tallone d’Achille” delle banche era rappresentabile nella disponibilità di capitale, in futuro il capitale continuerà a essere necessario ma non più sufficiente. Sarà, di fatto, indispensabile comprendere verso quale modello di profitto e di business, la banca, specie quella retail, dovrà orientarsi ai fini della propria sostenibilità futura”
La ristrutturazione che gran parte del sistema bancario sta affrontando si sviluppa su alcune linee guida: la riduzione degli organici e degli sportelli, la semplificazione delle procedure operative, lo snellimento e la compressione delle linee gerarchiche. La categoria proporzionalmente più colpita è sicuramente quella dei dirigenti intermedi, sia per un evidente fattore anagrafico sia per la maggiore onerosità dei relativi emolumenti, che tuttavia, risultano essere ben distanti da quelli percepiti dai top manager.
La riduzione del numero di dirigenti sarà verosimilmente accompagnata da una profonda ridefinizione del ruolo. I nuovi dirigenti dovranno infatti gestire un modello di banca multiculturale e tecnologica in cui le attività a distanza e l’utilizzo di strumenti basati sull’intelligenza artificiale saranno il nuovo modus operandi sia per l’ordinaria relazione con il cliente sia per le attività lavorative interne, riservando l’interazione con la filiale unicamente alle situazioni più rilevanti.
Questa evoluzione del ruolo dirigenziale, di fatto già avviatasi nelle banche più grandi, nei prossimi anni coinvolgerà gran parte del sistema bancario richiedendo anche al sindacato un sostanziale cambiamento di visione strategica e organizzativa.
Per intercettare le esigenze della delicata fase di transizione dirigenziale, la First Cisl, sindacato maggiormente rappresentativo del settore finanziario, ha elaborato un progetto basato sulla creazione di un Network Dirigenti che prevede l’assistenza personalizzata da parte di un sindacalista specializzato inserito in un percorso di formazione ed informazione continua sulle tematiche del settore.
Questi specialisti danno vita ad una rete capillare presente su tutto il territorio nazionale e radicata all’interno di ciascuno dei principali gruppi bancari.
Il Network propone ai propri associati una nuova gamma di servizi, come ad esempio la consulenza di carriera e la protezione del patrimonio personale e familiare, che superano il tradizionale perimetro della proposta sindacale e, in linea con la mission, si rivolgono all’iscritto in qualità di persona e di professionista.