La First Cisl chiede di Istituire il reato di disastro bancarioFra éscamotage europei e stillicidio miliardario dello Stato, il salvataggio delle banche popolari venete salvaguardia in gran parte i risparmiatori e i lavoratori degli istituti di credito. Ma è l’ultima chiamata per un settore, come quello bancario che attraversa una paradossale crisi di trasformazione e di sviluppo. “L’importante era salvare l’occupazione, i risparmiatori e l’economia del territorio e di evitare danni inimmaginabili per l’intero Paese” afferma il Segretario Generale della First Cisl Giulio Romani

- Fine dell’incubo banche?
“ L’intervento del Governo Gentiloni va in questa direzione e considerato l’ottimo livello di dialogo sociale esistente in Intesa Sanpaolo sono sicuro che risolveremo positivamente il tema delle eccedenze di personale. Tuttavia, il fatto che la soluzione si sia raggiunta in extremis e solo grazie alla disponibilità di Intesa Sanpaolo, anche con qualche situazione rocambolesca nelle ultime ore, evidenzia la carenza di un progetto di sistema a tutela del settore finanziario italiano e, conseguentemente, dell’economia nazionale”.
- A chi spetta il compito di definire questo progetto di salvaguardia del settore finanziario?
“Alla politica, ma anche alle parti sociali, al sindacato. È necessario che ci si incontri al più presto per approntare insieme interventi strutturali in grado di far fronte a eventuali ulteriori difficoltà senza dover ricorrere, ogni volta, a soluzioni dell’ultimo minuto. Occorre ricostruire le condizioni di fiducia tra banche e risparmiatori e per far questo serve anche che i manager responsabili della dilapidazione di incommensurabili ricchezze del Paese siano colpiti da azioni di repressione commisurate al danno prodotto”.
- E’ sufficiente la Commissione d’inchiesta sulle banche istituita dal Parlamento ?
“No, non basta. Quel che chiediamo al Parlamento è di istituire il reato di disastro bancario, con specifiche aggravanti previste per i casi di danno al risparmio privato, di danno all’occupazione e di eccesso di retribuzione. Se non lo faranno non esisteremo a mobilitare i lavoratori e i cittadini con una proposta di legge che parta dal basso. Vedremo se avranno il coraggio di tenerla chiusa in un cassetto, come hanno fatto con la nostra proposta di regolazione delle retribuzioni manageriali sottoscritta da 120 mila cittadini”.
- Basterà ridurre i salari dei manager bancari ?
“Resto convinto che un nuovo patto sociale nel sistema del credito non possa prescindere da una riconsiderazione della nostra proposta di ridurre i compensi dei manager, ma non è solo una questione di tetti alle retribuzioni, occorre anche imporre un indirizzo qualitativo. Noi sosteniamo che la retribuzione dei vertici bancari debba essere vincolata almeno per un terzo alla capacità di produrre reddito sociale. Se le banche fossero obbligate a rispettare questa regola la clientela e i lavoratori ne sarebbero assai tutelati. E se, al contempo, i comportamenti opposti fossero severamente puniti in forza di un reato specifico e di particolare gravità, avremmo certamente manager più virtuosi”.