Nuovo rischio mafia Sconfitta dalla magistratura e dagli investigatori e data per moribonda, cosa nostra rischia l’effetto Frankenstein.
Sepolti in carcere dagli ergastoli e dai continui arresti i padrini del calibro di Riina, Bagarella, Graviano, Madonia, Vitale, Aglieri, Spadaro, Santapaola, e le nuove generazioni di boss come Liga, Lo Piccolo, Lo Verde, Genova e altri, la mafia potrebbe paradossalmente rivitalizzarsi grazie alle scarcerazioni di una dozzina di elementi di spicco delle cosche, tornati in circolazione per scadenza dei termini di detenzione preventiva o per avere scontato le condanne.
“ Alcune scarcerazioni ci preoccupano, cosa nostra è un’organizzazione criminale costantemente in cerca di leadership, per questo monitoriamo ogni singolo movimento” sottolinea il Questore di Palermo, Renato Cortese.
Una analisi rilanciata dal Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato: “la mafia oggi sta diventando una componente strutturale del capitalismo finanziario e sta rinegoziando i suoi rapporti di egemonia con la politica. Mentre l’economia criminale e mafiosa va avanti, la cultura giuridica è molto indietro, sono saltati dei paradigmi culturali. Non possiamo guardare la mafia di oggi con gli occhi di ieri. Il pensiero giuridico e criminologico sulla mafia è vecchio e datato, ci sono categorie giuridiche, come il 416bis, che sono state pensate per la mafia violenta e che non funzionano più al Nord, dove la mafia è silente. Se non ci evolviamo culturalmente – evidenzia ancora il Procuratore Scarpinato – rischiamo di essere dei dinosauri che non si rendono conto di cosa sta accadendo”.
Ma chi sono e di quale caratura mafiosa sono accreditati i boss scarcerati ?
- 1) Tommaso Cannella considerato il capomafia storico di Prizzi è stato per decenni un consigliori del super boss latitante Bernardo Provenzano ed avrebbe ereditato rapporti economici e contatti politici
- 2) Gaetano Scotto componente di spicco della cosca della borgata marinara dell’Acquasanta di Palermo è il più enigmatico degli scarcerati perché indicato dai pentiti come il trait d’union fra i vertici di Cosa nostra e ambienti dei servizi segreti deviati.
- 3) Giuseppe Guttadauro detto u dutturi, vive a Roma. Ex aiuto primario di Chirurgia dell’ospedale Civico negli anni Ottanta operò la moglie di Provenzano.
4) Sandro Capizzi é figlio d’arte, suo padre era uno dei componenti più autorevoli della Cupola, il vertice della mafia capeggiata da Riina e Provenzano. - 5) Antonino Messicati Vitale anche lui rampollo di una famiglia legata storicamente a Provenzano. Una scarcerazione beffarda e paradossale la sua perché per catturarlo i Carabinieri sono dovuti arrivare fino in Indonesia dove trascorreva la latitanza.
- 6) Giulio Caporrino è accusato di essere subentrato ai Lo Piccolo al vertice della Cosca della borgata palermitana di San Lorenzo.
- 7) Tommaso Di Giovanni considerato elemento di spicco della cosca del quartiere Porta Nuova a Palermo
- 8) Pino Scaduto candidato di spicco per la ricomposizione della Cupola.
- 9) Gino Mineo accusato di essere il vice di Scaduto.
- 10) Nicola Milano e
- 11) Massimo Mulè sono gli ultimi capi riconosciuti del mandamento mafioso di Porta Nuova, nel centro di Palermo.