Medici vittime della guerra scatenata contro di loro
Non c’è pace per i medici. Contro di loro sembra essersi scatenata una guerra selvaggia e diffusa. Le aggressioni si moltiplicano e sono sempre più gravi e con conseguenze sempre più tragiche. Secondo la stima della Fiaso, la Federazione di Asl e Ospedali, ogni anno si verificano tremila le aggressioni a medici e personale sanitario.
Un bilancio in continua evoluzione dopo gli episodidi Napoli, Roma e in provincia di Bari. La casistica è quotidiana: minacce, pestaggi, aggressioni per medici e personale sanitario si sono registrate anche nelle ultime ore.
A Napoli, una dottoressa del 118 è stata aggredita, insieme ad altri operatori e presa a schiaffi, pugni e sputi dai parenti e amici di una coppia caduta dal motorino, che stava soccorrendo.
A Roma, all’ospedale Sant’Andrea, un uomo in preda all’ira, padre di un ricoverato, si è scagliato contro la dottoressa di turno minacciandola di morte e stringendole le mani al collo.
A Palese, in provincia di Bari, un intero equipaggio del 118 è stato tenuto sotto scacco da un paziente armato di una spada katana, riuscendo a sfuggire per miracolo alla sua furia.
La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) lancia l’allarme e avverte: “a rischio è la stessa relazione di cura medico-paziente. Improcrastinabile un cambio di passo, che restituisca a tutti, medici e pazienti, strutture e organizzazioni in grado di rispondere alle richieste di salute – afferma il presidente Fnomceo, Filippo Anelli
“Le aggressioni negli ospedali e negli ambulatori pubblici sono un’emergenza che richiede risposte d’emergenza, a cominciare dall’inasprimento delle pene per chi aggredisce gli operatori delle aziende sanitarie”, propone la Federazione che sta vagliando la proposta di una raccolta di firme per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare.