Belice autoanalisi della Repubblica. L’onda d’urto del sisma che rase al suolo i 14 centri della Valle attraversa ancora, come l’eco del big bang, la memoria dei sopravvissuti e soprattutto della burocrazia e delle istituzioni.
A mezzo secolo di distanza il Belice segna il punto più basso dell’inefficienza dello Stato, della inestricabile burocrazia e della degenerazione del groviglio politica-appalti-corruzione.
Il terremoto del gennaio 1968 mise a nudo l’ arretratezza in cui viveva il meridione e la Sicilia in particolar modo. Fece constatare all’Italia e al mondo come il sud, a causa della massiccia emigrazione, fosse popolato in gran parte da vecchi, donne e bambini.
La tragedia dei terremotati siciliani divenne un termine di paragone degli eventi sismici: per numero di vittime, ampiezza delle zone devastate, entità dei finanziamenti e dei tempi biblici della ricostruzione. Un’esperienza in corpore viili, sulla pelle degli abitanti di Montevago, Gibellina, Salaparuta, Poggioreale, Santa Margherita, Partanna e degli altri comuni rasi al suolo e che sarebbe servita per evitare in parte la replica del disastro dei soccorsi per i terremoti dell’Irpinia, del Friuli e da ultimi dell’Italia centrale e di Ischia.
Il dopo Irpinia fu classificato come un mezzo Belice, mentre il Friuli viene considerato l’esatto contrario del Belice, un miracolo, perché già dieci anni dopo la ricostruzione era stata completata.
Restano i drammatici raffronti con l’Aquila, Amatrice, Accumoli, e con tutte le macerie ancora non sgomberate dei centri letteralmente inghiottiti dalle infinite scosse sismiche nell’Italia centrale.
Un raffronto che evidenzia l’irrisolta mostruosità della macchina burocratica ed insieme l’incapacità della politica di procedere a rapidi interventi operativi.
Una incombente maledizione del Belice, ormai sinonimo di ricostruzione inefficiente e senza fine. Un buco nero che malgrado tutti i buoni propositi inghiotte ancora il futuro delle popolazioni colpite dai terremoti.
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.