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Tsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca

Dopo i magistrati esponenti del Csm Loredana Micciché e Paola Braggion i penalisti Enrico Sanseverino e Francesco Caroleo Grimaldi il costituzionalista Giuseppe Lauricella ed il Senatore Piero Grasso nel dibattito sulle riforme più urgenti ed essenziali per scongiurare lo tsunami che sta per abbattersi sulla Giustizia interviene il Magistrato Matteo FrascaTsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca

 

by Matteo Frasca*

Trasformare l’emergenza in un’opportunità di crescita, trarre insegnamento dalle contingenze più drammatiche per farle divenire strumenti per il miglioramento.

Potrebbe essere questo uno degli approcci più fecondi per affrontare l’emergenza sanitaria in tanti settori compresa la Giustizia.

La pandemia, che ha colpito forse in modo indifferenziato le classi sociali rischia di divenire fattore di amplificazione di diseguaglianze preesistenti o di creazione di nuove categorie di “poveri”. Tsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca

Basta pensare non solo alla gravissima incidenza negativa del prolungato blocco per alcune imprese soprattutto in quei territori già afflitti da crisi economica sistemica ma anche a quali potranno essere le ricadute sul versante occupazionale che i cambiamenti di comportamento delle persone, spontanei o indotti da provvedimenti normativi, per il rispetto del distanziamento sociale avranno su numerose attività strutturalmente “indifferenti” ai fenomeni di assembramento se non quando fondate proprio su partecipazioni di massa.

Cercare le difficili soluzioni a tali allarmanti prospettive postula nuove politiche economiche e sociali, ma le diseguaglianze e la crescita della povertà alimentano nuove domande di tutela e concorrono a ridisegnare la mappa della devianza criminale con riferimento non solo alla piccola criminalità ma anche a quella organizzata, che ha sviluppato una incisiva capacità di penetrazione nell’economia e che nel reclutamento della manovalanza e nella acquisizione del consenso sociale trova sempre terreno fertile nella parte della popolazione economicamente depressa.

In questo contesto assume un ruolo decisivo l’efficienza della giurisdizione, perché una Giustizia lenta concorre ad accentuare le diseguaglianze aumentando la forbice tra chi può attendere tempi lunghi e chi no.Tsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca

Negli ultimi anni lo sforzo organizzativo e l’impegno di Magistrati, Avvocati e Personale amministrativo hanno consentito un forte recupero di efficienza dell’attività giudiziaria, soprattutto di quella civile alla quale guardano con particolare interesse gli investitori.

La pandemia ha costituito un grave fattore di rallentamento di questo processo di recupero.

Con ripetuti e inediti decreti legge il Governo ha sospeso l’attività giudiziaria dal 9 marzo fino all’11 maggio, consentendo solo la trattazione di poche tipologie di procedimenti civili e penali che sarebbe stato irreparabilmente dannoso bloccare pur nell’emergenza.

E’ stato previsto pure che nella seconda fase dell’emergenza, che, allo stato, andrà dal 12 maggio al 30 giugno 2020, saranno i dirigenti dei singoli Uffici che, in base all’evoluzione locale dell’epidemia e alle condizioni lato sensu organizzative dei rispettivi Uffici, adotteranno, all’esito di un procedimento partecipato che coinvolgerà anche l’autorità sanitaria regionale e l’Avvocatura, i provvedimenti necessari al graduale ritorno alla tanto auspicata “normalità”.

La ripartenza dovrà procedere all’insegna del principio di responsabilità, declinato in una duplice direzione.

Da un lato dovranno essere evitate azzardate “fughe in avanti”, suggestivamente incoraggiate dal miglioramento, peraltro incerto, dell’evoluzione dell’epidemia, e dall’altro, però, bisognerà “gettare il cuore oltre l’ostacolo”, cercando, tutte le soluzioni che, senza porre mai a rischio il bene primario della salute, consentano di far ripartire più in fretta possibile una delle funzioni fondanti dello Stato. Tsunami Giustizia riforme essenziali Matteo Frasca

Limitazioni anche drastiche dell’ingresso del pubblico nei palazzi di giustizia, restrizioni per l’accesso “fisico” alle cancellerie sostituito dalle comunicazioni telematiche, celebrazione delle udienze a porte chiuse, rimodulazione delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa e dell’orario di lavoro del Personale amministrativo, impiego intensivo dell’informatica sono alcuni dei percorsi che potranno concorrere nell’attuale fase dell’emergenza alla riduzione dei rischi e alla ripresa, e che, se positivamente sperimentati, potranno costituire, quantomeno per una parte, la cassetta degli attrezzi per il futuro.

E’ indispensabile che tutti coloro che a diverso livello sono chiamati a concorrere all’efficienza del sistema giudiziario siano resilienti e proattivi.Tsunami Giustizia riforme essenziali Matteo Frasca

Il recupero dell’efficienza del processo penale richiede non solo soluzioni organizzative ma altresì interventi normativi che rivitalizzino la funzione autentica del diritto penale sostanziale anche, ma non solo, con una robusta depenalizzazione, allarghino l’ambito di applicazione dei procedimenti speciali, rilancino la funzione dell’udienza preliminare, introducano filtri più rigidi per il rinvio a giudizio, prevedano la utilizzazione delle modalità telematiche per le notifiche, attuino il processo penale telematico sul modello di quello ormai indispensabile e unanimemente apprezzato del processo civile, rimodulino le norme che prevedono la rinnovazione del dibattimento nei casi di mutamento del giudice, rivedano il sistema delle impugnazioni escludendo l’appellabilità delle sentenze per alcuni fatti di reato di minore rilevanza.

La necessità di ridurre i contatti sociali e le compresenze ha indotto il legislatore ad anticipare i tempi di alcune innovazioni e ad introdurre tra l’altro il processo “da remoto”, sia pur per un periodo alquanto breve.Tsunami Giustizia riforme essenziali Matteo Frasca

Ebbene, se nel settore civile le prime esperienze applicative sono state positive tanto da far ipotizzare che possa essere di ausilio anche dopo la fine dell’emergenza, invece nell’ambito della giustizia penale si sta alimentando un serrato dibattito, probabilmente enfatizzato dal timore avvertito da più parti che il processo “da remoto” possa divenire un modello processuale non temporaneo ma definitivo.

E’ un tema che va ben oltre la digitalizzazione della giustizia e lo sfruttamento della tecnologia e che attiene alla compatibilità, a emergenza cessata, di un processo che preveda la sostituzione dell’udienza “in presenza” con quella “virtuale”.

A complicare la situazione contribuisce non poco l’incertezza del legislatore, in quanto, appena poche ore dopo la recentissima approvazione del nuovo testo del comma 12 bis dell’art. 83 del d.l. 18/2020 che ha introdotto in forma potenzialmente ampia l’udienza penale “da remoto”, é stata diffusa da alcuni quotidiani la notizia della prossima presentazione di un emendamento bipartisan che svuoterebbe di contenuto la nuova norma escludendone l’applicazione per la fase istruttoria e per la discussione, ossia per i momenti più significativi del processo.

L’imprevedibile iter parlamentare non fa venir meno l’attualità della questione della remotizzazione delle fasi essenziali del processo, che ne ridisegnerebbe il paradigma alterandone la ritualità che non é la mera scansione temporale delle attività che lo caratterizzano.

La mancanza della contestualità spazio-temporale dei suoi protagonisti condiziona la loro interazione, soprattutto nel momento dell’assunzione delle prove e della discussione.

La presenza di particolari condizioni soggettive o oggettive può giustificare la compressione dei principi di oralità e di immediatezza nell’assunzione delle prove orali nella loro accezione valoriale più genuina, così come l’esistenza di situazioni contingenti può legittimare la celebrazione di processi senza pubblico, ma il distanziamento delle parti processuali e dell’organo giudicante non dettato dalla necessità di tutelare interessi transitori prevalenti incide anche sulla riconoscibilità collettiva della funzione giudiziaria e sulla sua legittimazione democratica.Tsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca

Non si tratta di opporre resistenza all’innovazione tecnologica che va valorizzata e razionalmente impiegata.

La tecnologia é un bene prezioso e un mezzo servente che va governato, ma che non deve governare.

Tsunami Giustizia riforme essenziali: Matteo Frasca
Matteo Frasca

*Presidente della Corte d’Appello di Palermo

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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